Calcio – LND: ‘giovani D serie’, Tavecchio presenta il progetto
Il Dipartimento Interregionale della Lega Nazionale Dilettanti rafforza il suo impegno in favore dei giovani. Oltre all’obbligo ormai consolidato di schierarne 4 di diverse annate, la Serie D, con il varo del progetto giovani D valore, si conferma il miglior vivaio del calcio professionistico con il duplice scopo, più volte ribadito dal presidente LND Carlo Tavecchio, di crescere calciatori per i campionati superiori e venire incontro alle esigenze di bilancio delle società abbassando i costi di gestione. “La Serie D è una realtà in salute”, ha dichiarato con orgoglio Tavecchio quest’oggi nella conferenza stampa di presentazione tenutasi a Roma nella sede della Lega Nazionale Dilettanti . “Abbiamo chiuso le iscrizioni con sole due squadre ripescate, è un segnale forte e chiaro, la Serie D è solida e radicata sul territorio e la LND è lieta di fornire tutti gli strumenti necessari alle società per poter fare un calcio sano ed equilibrato”. Questo il motivo che ha ispirato la decisione di destinare la quota parte riservata al massimo campionato dilettantistico della cosiddetta mutualità dei diritti televisivi ad un’iniziativa che non fosse una distribuzione sterile di piccole contribuzioni, ma che supportasse in maniera concreta chi investe stabilmente nell’impiego dei giovani. Un impegno non trascurabile di 630 mila euro complessivi da ripartire nei nove gironi della Serie D. E’ quanto ha ribadito il Coordinatore del Consiglio del Dipartimento Interregionale Luigi Barbiero: “Con questa iniziativa presa in maniera collegiale il Dipartimento intende premiare le società virtuose che credono e puntano sui giovani. Anche stavolta abbiamo fatto qualcosa di concreto e utile per incrementare esponenzialmente quel lavoro di valorizzazione dei vivai delle società della D che già da diversi anni abbiamo avviato. A noi le parole vuote non piacciono, la Serie D fa i fatti”. Erano presenti alla conferenza stampa il Segretario Generale della LND Massimo Ciaccolini, quello Amministrativo Gabriella Lombi, il Segretario del Dipartimento Interregionale Mauro De Angelis e i Consiglieri Ivano Becci, Pietro Bertapelle, Francesco Cupparo, Giuseppe Dello Iacono, Giacomo Diciannove, Sergio Gardellini, Filippo Giusti e Maria Teresa Montaguti. “Forti del nostro radicamento – ha concluso Tavecchio – la Lega Dilettanti investe sul futuro del calcio e di tutto il Paese attraverso questo stanziamento e anche realizzando 19 impianti moderni in tutte le regioni (con un investimento complessivo di circa 10 milioni di euro) per poter nel concreto dare avvio ai cosiddetti centri di formazione federale per i giovani calciatori”.
Ancora una volta, dunque, la Serie D investe per tutto il sistema calcio italiano con iniziative concrete che non lasciano spazio a scorciatoie estemporanee. Al contrario, premiando chi decide di puntare stabilmente sui giovani, in perfetta armonia con i dettami della FIGC. Una Serie D pioniera, come 10 anni fa quando fu introdotta, tra lo scetticismo generale, la regola dell’utilizzo in campo di quattro calciatori Under 18, giudicando l’iniziativa quasi eretica in un mondo del calcio per troppo tempo cristallizzato. Dopo diversi anni l’obbligo ha innescato un circolo virtuoso e chi si lamentava ora raccoglie i frutti di quell’idea rivoluzionaria. Da diversi anni le società della D possono contare su un patrimonio di giovani già formati, ragazzi abituati a giocarsi le gare che contano e quindi già maturi. I club così aumentano in competitività senza ricorrere a spese folli e inutili sfoggiando un equilibrio economico quasi stupefacente per le squadre professionistiche. Il risultato? Quasi tutte le società che vengono promosse dalla D alle leghe prof sono sane e competitive sia nei bilanci che sul campo. Per questo il Dipartimento Interregionale ha deciso di andare oltre e premiare chi ha voglia di osare ancora una volta mettendo sempre più benzina verde nel motore della Serie D, per investire sui giovani e consolidare le basi di un calcio fragile nel suo apice. D’altronde è noto come la LND svolge quel ruolo di supplenza e quel lavoro che non fa la scuola. Invece l’associazionismo di base e le società dilettantistiche sono in prima linea e stagione dopo stagione reclutano e avvicinano i giovani allo sport. E poi se tra tutti questi ragazzi spunta anche un campione è tutto di guadagnato ma l’obiettivo della D è creare un sistema che vada al di là dell’eccezione, un meccanismo che consenta a migliaia di ragazzi di andare a irrobustire le fondamenta delle società dilettantistiche e quindi professionistiche.
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