Serie A - Serie B

Calcio – Perchè il merchandising calcistico non decolla nel nostro Paese. L’analisi di Passione Maglie.

La crisi del calcio italiano non è più una notizia. Stadi obsoleti, imprese da raccontare ai nipoti per l’acquisto dei biglietti, partite in orari incomprensibili, lo scandalo del calcioscommesse e una gestione discutibile del merchandising.
La nostra analisi (“Passione Maglie”) si concentra proprio su quest’ultimo punto e in particolare sulla vendita online delle maglie da gara. Abbiamo analizzato tutti gli store ufficiali dei club iscritti alla Serie A 2013-2014 e raccolto i dati in una tabella riassuntiva.
Siamo sinceri, spiega “PassioneMaglie“, tra di noi non c’è nessun esperto di e-commerce, per cui abbiamo preferito non entrare troppo nei dettagli riguardo strategie di marketing, grafica, usabilità o presenza nei motori di ricerca. 
Da clienti e appassionati avremmo potuto sciorinare le nostre “teorie”, ma avremmo rischiato di essere considerati al pari di tutti i CT azzurri che pullulano la penisola dopo ogni match di Buffon e compagni. Lasciamo questo compito ai consulenti professionisti.
Siamo quindi partiti da una domanda più banale e scontata: ogni squadra possiede un negozio online ufficiale? 
Dopo neanche metà lista scopriamo che Cagliari ed Hellas Verona ci mettono davanti a una pagina in aggiornamento che rischia di spegnere la nostra passione. I siti arriveranno, non c’è dubbio, ma intanto il campionato è iniziato da quattro giornate per chi non se ne fosse accorto.
Ai due club potrebbe fare compagnia l’Udinese, il cui store non è linkato sul sito ufficiale, ma l’abbiamo scovato solo sulla pagina Facebook.
Entrati nei siti abbiamo controllato la presenza in vendita di tutte le maglie della stagione in corso. Oltre a Cagliari ed Hellas anche i tifosi di Catania, Livorno e Udinese non possono acquistare un prodotto che vedono in campo ogni settimana.
Peccato veniale per l’Atalanta che non dispone della terza maglia grigia e cartellino giallo invece per Genoa, Sampdoria e Torino, che hanno completato l’assortimento da pochi giorni. Perdoniamo solo i granata perchè sono gli unici a far scegliere se applicare o meno gli sponsor.
PREZZI
Per non farci mancare nulla in Italia i prezzi sono tra i più alti in Europa, almeno secondo una vecchia ricerca del 2012. Inghilterra a parte la differenza con i Francia, Germania e Spagna è comunque minima.
Nell’attuale Serie A il primato spetta a Inter e Juventus, entrambe griffate Nike, che chiedono 85 euro per la versione ‘replica’ e 120 per quella ‘authentic’. I tifosi romanisti sono avvisati. Il club più economico è il ChievoVerona che offre una maglia a 59 €.
La media esatta è di 75,10 € per l’acquisto della maglia casalinga (di Inter, Juventus, Milan e Napoli abbiamo considerato la versione più economica).
STAMPA NOME E NUMERO
Una maglia personalizzata con nome e numero del calciatore preferito o con il nostro nome è sempre un bel vedere. E fa schiattare d’invidia i nostri amici nel calcetto settimanale, a patto di utilizzare i font originali.
Solo undici squadre permettono di applicare qualsiasi personalizzazione con un costo che oscilla da 6 a 20 euro. L’Atalanta non offre questo servizio, il Parma vende solo la maglia di Cassano taglia L, Bologna e Napoli hanno a disposizione i calciatori più gettonati.
Una curiosità sullo store della Roma: selezionando la personalizzazione di Maicon, l’editor visualizza il numero 13 e la scritta “Sisenando” (che fa parte del nome completo).
PAGAMENTI
Regina incontrastata è la carta di credito, abbinata spesso al noto Paypal. Con le miriadi di offerte esistenti non c’è più nessuna scusa per non possederne una, ricaricabile o meno.
Alcuni club propongono anche il bonifico bancario e il contrassegno, la Sampdoria aggiunge il bollettino postale.
ASSISTENZA CLIENTI
Il punto più dolente della nostra analisi. La comunicazione è fondamentale in un processo d’acquisto e nella vita di tutti i giorni, ma per i club della nostra Serie A non sembra essere così.
Abbiamo inviato un’e-mail con una richiesta d’informazioni generica e questi sono i risultati. Giudizio positivo per chi ha risposto in meno di 48 ore (Atalanta, Chievo, Fiorentina, Genoa, Parma, Roma, Sassuolo e Torino); da rivedere Bologna e Udinese che hanno impiegato quasi quattro giorni lavorativi; bocciate Catania (non ha un indirizzo a cui scrivere) e soprattutto Inter, Juventus, Lazio, Livorno, Milan e Napoli.
Le squadre più titolate d’Italia, le cosiddette “strisciate”, dopo più di una settimana non hanno replicato. E non sappiamo se mai lo faranno. Il modo migliore per trasformare un potenziale cliente in uno mancato.
CONCLUSIONI
I fattori che incidono sugli scarsi introiti del merchandising sono molteplici, tra questi il modo differente di vivere il calcio in Italia, la tassazione e la contraffazione dilagante. Aspetti su cui le società possono intervenire solo parzialmente.
Non ci sono scuse invece per la mancanza di un e-commerce ben strutturato, la disponibilità dei prodotti e la totale assenza di comunicazione con i clienti. Serve un po’ di autocritica e un maggiore controllo delle risorse interne. (fonte: www.passionemaglie.it)

“Passione maglie”, il sito di riferimento in Italia sul mondo delle casacche da calcio, attivo da più di quattro anni ha monitorato le attività di e-commerce dei 20 club di serie A 2013/14 ed emergono alcune interessanti riflessioni per gli addetti ai lavori, soprattutto del settore del merchandising/licensing. 

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Marcel Vulpis

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