La Premier League ammette ufficialmente che anche il calcio inglese corre il rischio della “sovraesposizione televisiva”.
L’allarme lanciato dal Presidente del Charlton Athletic è giunto subito ai vertici del calcio inglese. “Non possiamo permettere che il nostro prodotto sia sovraesposto in televisione, dal momento che uno sviluppo del genere condurrebbe inevitabilmente a un calo di presenze negli stadi” – ha detto Charlton Murray durante l’incontro convocato per comunicare il risultato finanziario del proprio club (una perdita di circa € 2,5 milioni nella seconda metà del 2004).

In una nota ufficiale, la Premier League ha ammesso che il calcio inglese corre effettivamente il pericolo di arrivare alla saturazione, ma ha incolpato le leggi europee sulla concorrenza per il crescente numero di incontri teletrasmessi.

Nel comunicato si legge anche che “Tutti i club membri stanno impegnandosi a fondo per mantenere l’affluenza di pubblico
ad alti livelli”. Gli ultimi dati parlano di una percentuale di occupazione degli stadi inglesi che si aggira intorno al 94%.
Rigettate con decisione, invece, le accuse avanzate dal Presidente del Charlton sulla redistribuzione dei proventi da diritti televisivi. “La natura dei nostri ultimi accordi ci rende la lega europea con i più importanti meccanismi di redistribuzione.” – si legge nella nota. “La forza dei nostri accordi di vendita collettiva garantisce a tutti i club di ricevere una parte significativa dei ricavi, al contrario di campionati come quello italiano o spagnolo dove la contrattazione individuale favorisce in maniera sproporzionata i club più importanti”. (adf)