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Calcio: risorsa “preziosa” per lo Stato

Il calcio è un ottimo cliente per lo Stato italiano. Nel decennio 2006/16, più di 11 miliardi di eurosono entrati nelle casse pubblichegrazie all’impegno dei club delle tre leghe professionistiche. Dall’analisi dei dati pubblicati nel “Report Calcio” 2019,  le società di calcio hanno contribuito, nell’ultima stagione, a livello fiscale e previdenziale, nella misura di 1,051 miliardi di euro. Più del 70% di quanto generato dallo sport tricolore, nel suo complesso, e più di 1/3di quanto prodotto dal mercato dell’intrattenimento (considerato come macro area economica).

A questi numeri poi bisogna aggiungere i 3 miliardi di euro dell’impatto socio-economico e valore aggiunto (misurato attraverso il “Social Return on Investment Model”), di cui ha beneficiato l’intero Sistema Italia. Questo metodo misura il valore extra-finanziario delle risorse investite e ne valorizza l’impatto.

L’ultimo anno, oggetto del monitoraggio Figc-Arel, consente di esaminare come il “tesoretto” fiscale-previdenziale sia cresciuto nel tempo: dai 692,87 milioni del 2006, agli 891,64 milioni del 2011, fino a 1,05 miliardi di euro del 2016.

I pagamenti dell’Iva (imposta sul valore aggiunto) sono stati pari a 245,92 milioni (+3,0% nel confronto 2006-2016); l’Ires (imposta sul reddito delle società) ha raggiunto i 14,74 milioni (+25,7%); l’Irap (imposta regionale sulle attività produttive) ha generato 62,83 milioni (+6,1%), le ritenute Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche) ulteriori 591,16 milioni (+4,0%), senza considerare la parte previdenziale. I contributi Inps infatti hanno superato il tetto dei 136,77 milioni di euro (+6,3%).

La Serie A inoltre pesa complessivamente per 856,5 milioni di euro rispetto al totale del movimento professionistico (1,051 miliardi di euro). Nello specifico 198,7 milioni di euro è il contributo della massima serie per la “quota” Iva, 14,3 mln per l’Ires, 54,7 mln per l’Irap e 515,3 mln per l’Irpef. Importante anche il contributo previdenziale (Inps) pari a 76,3 mln di euro.

Sempre nel 2016 la contribuzione fiscale (oltre 914 milioni di euro) della sola prima divisione ha pesato per il 36%, rispetto al totale generato del macro settore delle attività artistiche, d’intrattenimento, di divertimento e appunto “sportive”.

Interessante infine l’analisi dell’incidenza della contribuzione fiscale del calcio professionistico sulla raccolta complessiva tricolore: nella “torta” dell’Iva pesa per lo 0,26%, lo 0,06% se si analizza l’Ires, lo 0,27% per l’Irap, lo 0,37% per l’Irpef e lo 0,31% se si considera l’indice totale.

 

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