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Calcio – Sporteconomy sull’Espresso.it sul tema ASROMA


Cercasi urgentemente tycoon per l’A.s. Roma…

di Massimo Lucchese*
Le coronarie dei tifosi della A.s. Roma sono a rischio. Dopo sei anni di continue dichiarazioni di “amore” (tutte rigorosamente enfatizzate dalla stampa locale) da parte dei magnati di turno, meglio se residenti al di fuori del G.R.A., la vendita del club della famiglia Sensi, oggi saldamente nelle mani di Unicredit, è arrivata a un punto di non ritorno. Indietro non si può andare, ma quello che più terrorizza i supporter giallorossi è il futuro prossimo che attende la società di Trigoria. 
Di 23 manifestazioni d’interesse solo 12, secondo quanto riporta questa mattina il Financial Times, possono portare al nome del nuovo proprietario del club della Capitale (per una vendita in area 170 milioni di euro). 
Di nomi, come è normale che avvenga in queste occasioni, non se ne fanno. 
La metà dei pretendenti, secondo il quotidiano economico britannico, sono italiani, il resto stranieri. Non si parla però, a sorpresa, né dell’offerta che avrebbe fatto Nayib Sawiris (proprietario della Wind e sponsor di maglia da alcuni della società di calcio romana), né tantomeno di Aabar, fondo sovrano emiratino sponsor del Manchester City, azionista di Unicredit, e interessato ad entrare nel dorato mondo del football europeo. 
A frenare, però, le velleità dell’ex gruppo di Alessandro Profumo, coadiuvato in questa operazione di vendita dall’advisor Rothschild, sono una serie di fattori, non tutti controllabili. Primo fra tutti la concorrenza internazionale presente anche nel calcio del Terzo millennio. Non c’è solo la Roma infatti tra i club alla ricerca di un nuovo proprietario. Proprio in queste ore, infatti, la dirigenza del Liverpool, anche se in contrasto con la proprietà di matrice americana, è sul piede di guerra, perché la cessione è un passo obbligato. O si vende o tecnicamente è fallimento. 
Logico quindi che i tycoon di tutto il mondo siano interessati a valutare, in ordine di priorità, i “Reds”. Presentano debiti per 522 milioni di euro, ma hanno lo stadio di proprietà, un parco giocatori di tutto rispetto, un vivaio tra i migliori in Europa, il merchandising che cresce di anno in anno e un posizionamento di marchio all’estero inferiore solo ai “cugini” del Manchester United. 
E l’As Roma? Oggi non ha debiti di breve periodo e viene valutata anche per questo motivo da Rothschild attorno ai 170 milioni di euro, contro una capitalizzazione in Borsa, però, di 140 milioni ed un valore al 30 giugno (chiusura del bilancio della società) di 120 milioni. Mancano però certezze sul tema stadio. Se ne è parlato un anno fa durante una conferenza stampa a Trigoria con tanto di effetti speciali. Adesso non se ne parla più e gli unici in Italia ad essere pronti sono la Juventus (il Delle Alpi verrà inaugurato il prossimo luglio 2011) e, a sorpresa, la Lucchese calcio (Lega Pro), che ha ottenuto ieri notte il via libera dal comune. 
Più in generale in un quadro economico-finanziario ancora “perturbato” sono pochi i soggetti che possono spendere certe cifre, se si considera che il Liverpool, storico club della Premier league, sarà venduto all’americana NESV a 300 milioni di sterline (circa 340 milioni di euro). 
Non c’è dubbio che l’ipotesi di un acquirente estero per la Roma sembra più plausibile alla luce della valutazione di Rothschild e degli investimenti inevitabili che la nuova proprietà dovrà prevedere a medio termine. 
Non è facile prevedere chi alla fine la spunterà, certo si allontana sempre di più l’ipotesi di una cordata solo italiana, mentre non è da escludere che un acquirente estero possa poi trovare una sponda tricolore nella gestione del club.
Di sicuro per rilanciare la “Magica” serviranno non meno di 300 milioni di euro, considerando l’acquisto di assi della pedata che i tifosi giallorossi attendono da troppo tempo. L’alternativa a questo scenario è una “Rometta” che non riesca più a tenere il passo delle corazzate italiane/ straniere e che esca dal giro delle grandi in Europa. Ma questa ipotesi i supporter della Roma la vogliono scongiurare a tutti i costi ed è per questa ragione che già il prossimo 21 ottobre inizieranno una serie di manifestazioni di “sensibilizzazione” di Unicredit, chiamata a velocizzare i tempi della cessione e all’individuazione del proprietario straniero. L’ipotesi di una Roma in mano a un imprenditore romano e romanista è considerata obsoleta e comunque troppo legata a logiche, non sempre vincenti, del passato. Pertanto, anche il sindaco Gianni Alemanno, che preferirebbe un’ipotesi italiana, è avvisato! 
 
fonte: L’ESPRESSO 
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