Punto e a Capo

Calcio – Stadi vuoti e prezzi folli

Non c’è soltanto la sempre maggiore offerta televisiva ed il cambiamento culturale, come molte personalità politiche e sportive sostengono, alla base del crollo del numero di spettatori allo stadio. Anche la situazione degli stadi italiani, e soprattutto il caro prezzi, vanno annoverati come motivi che allontanano i tifosi dal vivere l’evento live e li spingono verso una passione sempre più mediatica.

Il presidente della Lega, Adriano Galliani, ha detto che gli impianti
italiani sono “obsoleti” -aggiungendo poi – che la partita si vede male ed i tifosi sono esposti alle intemperie; per non parlare dell’eredità che i mondiali “Italia ‘90” ci ha lasciato: la pista di atletica. La soluzione che propone, quindi, il numero uno della Lega è quella di rifare gli stadi migliorandoli da un punto di vista strutturale, al fine di garantire maggiore sicurezza e maggior spettacolo.

Se andiamo, però, a fare un focus sul prezzo dei biglietti ci rendiamo conto che questo è il principal motivo di abbandono dei tifosi dallo stadio. In un periodo di crisi e di ristagno come è quello in cui il nostro Paese versa, le famiglie non possono sostenere gli esborsi economici che il calcio attuale richiede.

La stragrande maggioranza delle società praticano prezzi troppo elevati, per i più; un biglietto di tribuna per vedere una partita dell’ Udinese costa 170 Euro, per il Siena 200 o per il Milan 270 euro. La situazione per i settori popolari non è migliore. Solo i campioni d’Italia della Juventus F.c. hanno adottato una politica di prezzi veramente accessibili con i 10 Euro del costo di una curva e con il lancio degli abbonamenti a 1 euro per riportare allo stadio il pubblico femminile e i giovani).

La Roma nel 2000 aveva un prezzo medio di 58.000 lire, ora questa soglia è lievitata sino a 45 Euro, l’Udinese, poi, nel gap periodale considerato ha praticamente raddoppiato i prezzi da 60.000 lire a 60 Euro.

Da questo pochi dati emerge chiaramente che è vero che parte dei tifosi sono stati allontanati per la questione-stadi, in termini di sicurezza e visibilità, è vero che alcuni non tollerano le nuove disposizioni anti-violenza, è vero, altresì, che molti preferiscono accomodarsi in salotto con amici e parenti e gustarsi comodamente lo spettacolo dei propri beniamini in tv; ma è altrettanto vero che per dare forza a tutte queste ipotesi manca la controprova. I dirigenti del calcio portassero verso una soglia compatibile con i bilanci familiari i prezzi di biglietti ed abbonamenti; solo così potremmo avere certezza che i motivi di questo calo sono riconducibili all’improvvisa trasformazione che ha portato uno dei
pubblici più passionali del mondo, com’è notoriamente quello italiano, a diventare un esercito di pantofolai.

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Marcel Vulpis

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