Secondo un’analisi riportata da Football Insider, le stelle internazionali del calcio concludono troppi accordi di endorsement con aziende di vario tipo, che rischiano così di non raggiungere il proprio obiettivo principale, il ricordo nel pubblico consumatore del link giocatore-sponsor.

Un’attenta analisi di marketing porta infatti a ritenere che ogni atleta non dovrebbe essere testimonial di più di 5-6 aziende contemporaneamente.

Non è il caso di Ronaldinho che può vantare al momento un portafoglio di 15 aziende incluse Nike, Danone e Pepsi, per un controvalore stimato da France Football di 23 milioni di Euro; nè di Beckham che con 18 milioni di Euro vanta anch’egli un nutrito portfolio di endorsement. Un caso anomalo sembra essere il giovane talento Rooney (Manchester Utd) il cui contratto con il team inglese limita a 5 i "global brand partner".