Calcio: Vulpis (Sporteconomy) parla di riforme su TuttoC.com
Il direttore dell’agenzia Sporteconomy (Marcel Vulpis – nella foto in primo piano) è intervenuto (in un editoriale su TuttoC.com) sul tema delle riforme che il calcio italiano attende da diversi lustri. Di seguito il testo:
Da alcune settimane siamo tornati, a distanza di oltre due anni, a dibattere di riforme. Facevano parte del programma elettorale del presidente FIGC, ma, ad oggi (e manca appena 1 anno alla fine del quadriennio), nulla è cambiato. A voler spezzare una lancia, questo è un tema “annoso”, di forte impatto politico-elettorale, che torna ciclicamente nel mondo del calcio (di presidente federale in presidente), senza che nessuno sia mai riuscito a trovare una soluzione al problema.
Resta il fatto che gli addetti ai lavori attendono un cambiamento, da circa 60 anni, e l’orizzonte è denso di nubi. Gravina, nel frattempo, è partito nel suo Tour (si parla di riforme, ma alla fine si respira già un profumo pre-elettorale), con una conferenza stampa ufficiale (post incontro in Serie A) e una singolare “assenza” in B, dove era atteso dai 20 presidenti della “cadetteria” guidati da Balata.
Ho ascoltato con attenzione le dichiarazioni di Gravina nel post meeting di Serie A. Forbito come sempre, pesa in modo scientifico le parole, ma tra gli addetti ai lavori (inclusi diversi parlamentari) gira ormai la fatidica domanda: “…e quindi?”.
Ma torniamo un attimo in casa Serie B.
Balata ha dimostrato, in questi anni, di saper governare il suo mondo. Ne difende gli interessi e la conferma del “no” alle seconde squadre (da sempre suo cavallo di battaglia) è un messaggio nella bottiglia molto, ma molto chiaro. Soprattutto ai “cugini” della Lega Pro. Della serie: fate tutte le secondo squadre che desiderate, ma di qui non si passa.
E quindi…torniamo a Gravina.
Si parla di una assemblea straordinaria FIGC a marzo. La politica, in silenzio, sta seguendo, minuto dopo minuto, gli spostamenti del n.1 della FIGC, ma è chiaro che, in caso di un nuovo “nulla di fatto” sulle riforme, qualcuno potrebbe far notare che, dopo 3 anni, non c’è stata alcuna evoluzione. Ma anche se ciò dovesse avvenire per una “magia” del n.1 della FIGC (sicuramente oggi il dirigente con maggiore esperienza) 3 anni sono stati persi. Questo è “fattuale”, non è una opinione personale.
La riforma dei campionati, sull’onda dell’elezione del febbraio 2021, doveva essere chiusa in 12-18 mesi, pemettendo così, a tutti i club, di riprogrammare i propri progetti tecnico-sportivi. Nella migliore delle ipotesi il calcio italiano è indietro di 3 anni. In più si torna a parlare di Lega Pro a 20 squadre. E alle restanti 40 (con le eccezioni di Juventus e Atalanta U23), oggi presenti in calendario, cosa diremo?
Ancora una volta si chiede ai club di Lega Pro un sacrificio, che, ad altre serie non viene chiesto.
Intanto vediamo se arriveremo a questa assemblea straordinaria di primavera. Già nel corso del mio mandato si era parlato di un evento similare, nel mese di dicembre, poco prima di Natale. Ma finì anche quello in un nulla di fatto. L’assemblea fu annunciata, ma alla fine non si tenne. (fonte: TuttoC.com)
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