Cartellino Nero per Sarri, che dà del “frocio” a Mancini
(di Marcel Vulpis) – Quando il calcio è Stracafonal. Il Fatto Quotidiano giorni fa aveva “deriso” l’iniziativa di Andrea Abodi sul “Cartellino Verde” (lanciata in modo sperimentale in serie B). Il collega Lorenzo Vendemmiale ironicamente aveva sottolineato l’inutilità di questo progetto: “nel calcio abbiamo bisogno di gesti buoni, non di buonismo“. Dopo il caso di ieri, dove l’allenatore del Napoli (Maurizio Sarri) ha dato del “frocio” al suo alter ego in panchina (Roberto Mancini), credo che il progetto di Abodi meriterebbe l’Oscar, visto che ieri è andata in onda a reti unificate l’ennesimo episodio “stracafonal” di questo mondo del calcio, sempre più povero non solo di denaro, ma anche di valori, idee e perché no momenti di educazione di base tra colleghi. Noi di Sporteconomy a Sarri, più che il Tapiro d’Oro di Striscia, se potessimo, regaleremmo il cartellino “nero”.
In un momento del Paese in cui si parla di diritti civili (e non solo) per le coppie omosessuali, arriva il super-macho Sarri che ammazza questa atmosfera di possibile cambiamento radicale dei costumi con il più banale dei commenti: “Sei un frocio” – rivolto a Mancini. Come se anche lo fosse, cambierebbe qualcosa (in negativo) nel suo modulo di gioco o nel suo modo di allenare? Secondo noi, no.
Pertanto, Sarri ha avuto un comportamento di profilo razzista e se non lo è tutti i giorni ieri lo è stato sicuro.
Un comportamente indegno per un allenatore, che mira ad allenare una squadra con ambizioni di scudetto. E non è la prima volta che lo fa: già precedentemente, girovagando su Google, ci siamo accorti che ha ogni tanto questi ritorni alla primordialità. Ma andiamo oltre.
C’è una corrente di pensiero sui social, che fa notare come sui campi di gioco avvenga di tutto di più. Ecco è il “di tutto e il di più”, che non è più tollerabile. Purtroppo, come spesso capita nella vita, paga l’ultimo che fa il “tutto e di più”. In questo caso l’allenatore del Napoli. Certe cose, certe espressioni non si dicono a prescindere, anche in un monento di transagonismo. E’ questa la differenza tra un professionista a tutto tondo (anche fuori dal campo= ) e un dilettante. Questa volta Sarri se l’è cercata e paga per tutti, anche quelli che dicono queste cose a mezza voce ad ogni partita nei confronti dell’avversario e non si fanno scoprire dalle telecamere (come ha cercato di fare ieri appellandosi alla secolare omertà calcistica, sbandierata nelle dichiarazioni appiccicaticce del post-svarione).
In questo paese deve passare il concetto che chi sbaglia paga, altrimenti resteremo un paese arretrato e provinciale in tutti i settori, incluso il calcio. Un settore, il calcio, che non può essere vissuto come una piattaforma offshore della violenza, del razzismo, del dileggio, a seconda dei casi. Uno sfogatoio a cielo aperto, dove la divisa di calcio indossata in campo diventa il feticcio dietro il quale nascondersi. Semmai è il contrario: la divisa (e questo vale per esempio anche nel caso delle forze dell’ordine) è un onore, anche nel mondo del pallone. Prevede responsabilità e comportamenti adeguati e un frasario di un certo livello. Sarri ha sbagliato e deve essere sanzionato in modo severo da parte della federazione, che deve dare un esempio (ad allenatori e giocatori). Ormai vediamo di tutto e di più e sinceramente è arrivato il momento che il sistema attui quelle corrette sanzioni a chi ha offeso (con un atteggiamento da bar-sport) la categoria degli omosessuali, per vilipendere l’allenatore della squadra avversaria. In questo caso Mancini dell’Inter. Per la cronaca Napoli-Inter è finita zero a due per i nerazzurri e in semifinale di Tim cup ci va meritatamente la squadra milanese.
Quanto al Cartellino Verde di Abodi. Bravo Abodi, continua così. Oggi probabilmente sei uno dei pochi che cerca di portare un cambiamento culturale in un settore (il calcio) dove non si vuole cambiare non solo per comodità, ma anche per incapacità di valori da trasmettere dentro e fuori il rettangolo di gioco.
Per noi “frocio” è razzismo e chi si esprime in tal modo offende un mondo, quello della omosessualità, che merita rispetto e attenzione come quello della eterosessualità. Se Sarri non è in grado di capirlo, gli consigliamo non tanto di cambiare casacca, bensì mestiere. Non è questo l’allenatore-tipo che vogliamo vedere in campo, ogni domenica, in giro per l’Italia. Anche perché, già ai tempi dell’Empoli, avvenne qualcosa di simile in un burrascoso post-partita che vedeva la squadra toscana opposta al Varese. Quindi, non è solo razzista, come giustamente dice Mancini, è anche “recidivo” (nella foto la notizia dell’epoca), ci permettiamo di aggiungere noi.
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