Causa Fassone-Milan: nuovo rinvio disposto dal giudice. L’ex n.1 rossonero chiede 30 milioni di euro di risarcimento
Ancora uno spostamento dell’udienza che vede coinvolti il club rossonero e l’ex AD, prossimo appuntamento a marzo
(di Luca Missori) – Nelle ultime ore il Tribunale del Lavoro di Milano ha disposto un nuovo rinvio della contesa giudiziaria tra il Milan e l’ex amministratore delegato Marco Fassone (nella foto in primo piano), questa volta al 19 marzo. La controversia è nata a seguito del licenziamento dell’ex dirigente rossonero, avvenuto dopo l’insediamento di Elliott nella società meneghina.
Anche in questo caso, come già avvenuto lo scorso 19 dicembre, il giudice ha disposto il rinvio dell’udienza nel tentativo di incentivare le parti a trovare un accordo di tipo extra-giudiziale. Il raggiungimento di quest’accordo però appare molto difficile. Fassone infatti, tramite i suoi legali, ha impugnato il licenziamento definendolo “ritorsivo” nei suoi confronti. Il motivo è molto semplice: il Milan, a margine del cambio di proprietà, aveva offerto all’ex n.1 del club. 2,5 milioni di euro per lasciare il suo incarico, salvo poi licenziarlo dopo il suo rifiuto.
Nonostante la stessa autorità giudiziaria stia premendo affinché le parti in causa raggiungano un accordo di conciliazione, la vicenda sembra dunque destinata a concludersi in tribunale, anche perché la distanza tra le richieste del Milan e quelle di Fassone, che ha fatto sapere di voler domandare un risarcimento di ben 30 milioni di euro, è a dir poco ampia.
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