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Champions League: Inter unica italiana nella top 10 dei monte ingaggi

(di Davide Pollastri) – Ben 143 milioni di euro. È questa la cifra che permette all’Inter di posizionarsi tra le prime dieci squadre della Champions League per monte stipendi, alle spalle soltanto dell’élite del calcio europeo. In Italia nessun altro club riesce a tenere il passo. I nerazzurri hanno infatti superato la Juventus, che dal 2013-14 fino alla stagione 2023-24 aveva dominato la classifica degli ingaggi in Serie A.

Questo scenario è il frutto di una serie di scelte strategiche e di cambiamenti economici, pubblicato dalla Gazzetta dello Sport, che hanno segnato gli ultimi anni del club. Le difficoltà finanziarie sotto la gestione Zhang avevano imposto una politica di “saldo neutro” nelle operazioni di mercato, privilegiando i parametri zero. Se da un lato questa strategia aveva ridotto gli ammortamenti dei cartellini (passati da 137 milioni nel 2020-21 a 75 milioni), dall’altro aveva contribuito ad aumentare la massa salariale e l’età media della rosa. Sebbene nel 2022-23 gli stipendi fossero stati ridotti di 13 milioni, il monte ingaggi è tornato a salire di recente, spinto dagli ingaggi elevati di alcuni svincolati e dagli adeguamenti contrattuali dei giocatori chiave. 

Con l’ingresso del fondo Oaktree, le strategie hanno iniziato a cambiare. Giuseppe Marotta punta ora a trovare un equilibrio tra sostenibilità e competitività, concentrandosi sugli investimenti di prospettiva e frenando il ricorso ai parametri zero “di lusso”. Tuttavia, è stato necessario blindare le stelle della squadra e questo ha inciso sui bilanci. Lautaro Martinez (9 milioni netti) e Barella (6,5 milioni netti) hanno firmato nuovi contratti, raggiungendo Calhanoglu (6,5 milioni netti) tra i più pagati del club. Anche i rinnovi di Dimarco, Dumfries e Asllani, oltre all’adeguamento salariale di Simone Inzaghi, hanno contribuito alla crescita del monte stipendi. A ciò si aggiungono il ritorno in squadra di Correa (3,5 milioni netti) e un saldo negativo tra i nuovi esborsi e i risparmi generati dalle cessioni. 

Le implicazioni di questa situazione economica si riflettono inevitabilmente anche sul piano sportivo, dove l’Inter appare determinata a mantenere alta la propria competitività. Attualmente seconda in Serie A (a un solo punto dal Napoli capolista), già qualificata agli ottavi di Champions League e pronta a partecipare alla prima edizione del Mondiale per Club voluto dalla FIFA, la squadra è ben avviata verso un finale di stagione all’altezza delle ambizioni societarie. Ad ogni modo, a fine stagione sembra inevitabile un restyling volto non solo a ridurre i costi degli ingaggi, che come detto sono i più elevati del campionato italiano, ma anche ad abbassare l’età media (attualmente la più alta della Serie A con 28,5 anni).

Chiuso il discorso sull’Inter, è il momento di tornare alla Top 10 dei monte ingaggi per conoscere più da vicino le altre posizioni in classifica.

In vetta troviamo il Real Madrid con 273 milioni, seguito dal Bayern Monaco con 262,4 milioni. Il podio si completa con il Manchester City, che si ferma a 256,6 milioni. Appena sotto, in quarta posizione, c’è il PSG con 207,7 milioni, mentre al quinto posto troviamo l’Arsenal con 204,9 milioni. Al sesto posto c’è il Barcellona con 201,1 milioni, seguito dal Liverpool, settimo con 153,3 milioni.

Nelle posizioni immediatamente successive all’Inter ci sono l’Atlético Madrid, nono con 136,4 milioni, e l’Aston Villa, decimo con 127,2 milioni. E che dire delle altre italiane? La Juventus è undicesima con 112,9 milioni, mentre il Milan si ferma al tredicesimo posto con 103,7 milioni. L’Atalanta è quindicesima, con 55,5 milioni. E il Bologna? Con 21,1 milioni di euro netti (35,8 lordi) i felsinei sono fuori classifica, ma rappresentano un invidiabile esempio di equilibrio tra risultati sportivi e sostenibilità economica.

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Redazione

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