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Championship: una finale che genera business

In Italia, da alcuni giorni, si fa un gran parlare della promozione in “A” di Frosinone e Carpi (entrambe al debutto nella massima serie), che non sono ancora molto attrezzate dal punto di vista finanziario e infrastrutturale. Il caso della Championship è emblematico, perché spiega come, attraverso un sistema di ripartizione dei diritti tv diverso dal nostro, e a un giro d’affari impressionante tra botteghini e merchandising, le neo-promosse inglesi non rischiano mai il fallimento e, in caso di retrocessione in seconda divisione, già dopo pochi mesi, hanno mezzi a disposizione per tornare a competere. Per la cronaca, la finale tra i due club inglesi si è giocata a Wembley, ovvero nello stadio utilizzato abitualmente dalla nazionale inglese o per grandi eventi musicali e sportivi (si è giocata negli anni passati anche la finale di Champions league). 

E’ durato appena una stagione il “Purgatorio” per i tifosi del Norwich, retrocesso un anno fa dalla Premier League e subito capace di riconquistarla. Nella finalissima play-off di Wembley, al cospetto di 85.636 spettatori (anche questo un dato che dovrebbe far riflettere i dirigenti del calcio tricolore), i Canaries sono riusciti nell’impresa di piegare il Middlesbrough e ritrovare la massima serie. In sintesi una bella finale, un pomeriggio di sport e di divertimento ed un contenitore/piattaforma di business per entrambi i club. Per il Norwich anche il “jackpot” per tornare in Premier league. 

(di Daniele Dell’Orco) – Oggi si è giocata la finale dei playoff di Championship (l’equivalente della nostra “Serie B”) per decidere chi tra Norwich e Middlesbrough (storico club britannico) sarà promossa in Premier League. Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, la squadra che guadagnerà la promozione il prossimo anno incasserà, grazie alla partecipazione in Premier qualcosa come 120 milioni di sterline (circa 150 milioni di euro).

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