Chi pagherà il conto della guerra in Ucraina?
(di Carmelo Pennisi) – “Non credo sia possibile l’ingresso dell’Ucraina nella Unione Europea, perchè nessuno sarebbe disposto a finanziarlo”. Lucio Caracciolo stamane, su “Libero“, invita ad un bagno di realismo, ad uscire dallo schematismo adolescenziale di una Elly Schlein o dalle tentazioni suicide di un Volodymyr Zelensky. La vita non è una manifestazione di piazza tra la cena e il pranzo o convincersi di essere la caricatura di Churchill dell’ora più buia del 1940.
Fa ridere amaramente anche Keir Starmer, l’uomo di sinistra Starmer (62enne espontente del partito Laburista), che mentre taglia ogni cosa possibile da tagliare del Welfare inglese (si attendono su questo poderose inchieste della stampa di sinistra di casa nostra, ma vedrete che non ci saranno, in politica estera sono tutti concentrati sul presidente argentino Milei oppure sull’ungherese ultra-nazionalista Orban), per finanziare armamenti e Ucraina (si parla di 6 miliardi di sterline). Starmer talvolta, crede di essere Winston Churchill dalla mattina al pranzo, per poi vestire i panni di Ernesto Che Guevara fino a cena. Infine una bella camomilla e a letto soddisfatto. La tragedia ucraina continua ad essere confusa come l’inizio della fine del mondo e tragicomicamente alla stessa stregua della Cecoslovacchia della “Conferenza di Monaco” del 1938. Ci crede Zelensky, che da attore si e’ infilato nella parte, e obbedendo a tutti i crismi del “Metodo Stanislavskij/Strasberg” non riesce a dare uno stop al ciak che sta portando avanti da tre anni. La parte gli piace, e forse non era la “Casa Bianca” il luogo piu’ adatto dove andare in scena, si sarebbe trovato piu’ a suo agio stanotte al “Dolby Theatre” di Los Angeles e le sue suggestioni da Oscar. Il tema del denaro non e’ peregrino, e molti dimenticano come l’Europa sempre persa nelle sue surreali e retoriche questioni di principio, fu con i soldi americani del “Piano Marshall” ad essere ricostruita dopo la II Guerra Mondiale. Ad oggi l’unica opzione finanziaria è quella degli Stati Uniti, che daranno denaro in cambio di terre rare. Non si fa mai niente per niente e bisogna sempre avere qualcosa da dare per avere in una qualsiasi trattativa. Gli Stati Uniti hanno la potenza del dollaro, l’Europa con l’Euro nemmeno si potrebbe sedere a guardare in un tavolo da poker. Ci siamo sopravvalutati nel Vecchio Continente, e dobbiamo ringraziare il cielo che non ci sono state e non ci saranno mai le condizioni per mandare i nostri militari a combattere sul fronte ucraino. Sarebbe stato psicologicamente e sociologicamente interessante vedere la reazione dell’opinione pubblica europea di fronte alle bare di soldati europei di ritorno dalla prima linea. In Italia non siamo riusciti a reggere emotivamente le bare di Bergamo, figuriamoci quello. Si parla per retorica, per il gusto di fare salotto e darsi un tono, ma poi tutti finisce al calar della sera con la camomilla di Starmer. Nella chiacchiera confusa e sbilenca quotidiana, aleggia inquietante il quesito posto da Lucio Caracciolo: chi pagherà il conto del set messo in piedi in Ucraina? In Inghilterra hanno già trovato la risposta: pagheranno i poveri. Come sempre
No Comment