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Comunicazione sportiva: tutte le strade portano a…Rio

“Il Mondiale di Calcio in Brasile è stato un grandissimo evento mediatico ed un successo di pubblico, un concentrato di storie, colori ed emozioni, un collettore di passioni che ha unito popoli e culture diverse ma che è stato anche il più forte driver di comunicazione degli ultimi venti anni. Mai nella storia della comunicazione moderna un evento, un popolo, le immagini e i valori ad esso collegati, hanno generato così tanta attenzione da parte del mercato pubblicitario, dell’editoria, dei media, delle aziende, del cinema, delle etichette discografiche, delle pubbliche amministrazioni e persino delle fondazioni e delle Onlus.” 

In merito alle 17 aziende che non erano direttamente collegate con i Mondiali in Brasile, partner della FIFA o sponsor della World Cup, “notiamo che il restante 90% ha cavalcato l’onda lunga del Mondiale per sviluppare strategie di comunicazione “mordi e fuggi”, spesso in modalità di ambush per contrastare, con imponenti campagne di comunicazione, i loro diretti competitor sponsor della FIFA”
Nello specifico poi quale settore è riuscito a sfruttare l’onda Mondiali, “i settori merceologici che hanno sfruttato in modo più impattante la forza comunicativa dell’evento sono stati quelli della “grande distribuzione” (alimentare e non), dell’automotive, del betting e dell’abbigliamento tecnico.” 

Presentata la ricerca realizzata in partnership tra Studio Ghiretti & Associati e Repucom sul percepito e la notorietà delle aziende che hanno sfruttato il Mondiale brasiliano tra le proprie leve di comunicazione.

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Marcel Vulpis

Marcel Vulpis

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