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Con Antonio Rossi debutta il ricorso per “principio”

(di Marcel Vulpis) – Riprendiamo il comunicato stampa inviato all’agenzia dall’ufficio stampa dell’assessore allo Sport della Regione Lombardia, Antonio Rossi (pluricampione olimpico), che, nei mesi precedenti, si era candidato alla Federcanoa e kayak (FICK) contro il n.1 uscente Luciano Buonfiglio.

Nello specifico, quest’ultimo, l’aveva superato per numero di preferenze totalizzate, ma Rossi ha deciso lo stesso di attivare un iter legale per contestare le modalità di voto/quorum utilizzate nell’ultima tornata. Adesso sempre l’ex campione, oggi in quota alla Lega Nord, promette di andare avanti, sia di fronte al tribunale federale, sia di ricorrere al Collegio di Garanzia del CONI.

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Il dirigente regionale sottolinea come abbia deciso di procedere soprattutto per “principio” (novità assoluta nel panorama dei ricorsi al CONI) ed è pronto ad attivare un intervento parlamentare, non solo a sostegno del suo intervento, ma anche di quello di altri soggetti che stanno ricorrendo al termine delle votazioni.

Rossi non contento continua affermando (ma è una sua posizione personale) che “...Difficilmente il Presidente Malagò potrà cambiare le regole così come ha fortemente sostenuto in passato se a votare i cambiamenti saranno proprio i Presidenti eletti con tali regole“.

Noi pensiamo sinceramente il contrario. Certamente i cambiamenti non avvengono in una notte e per ottenerli c’è bisogno di tempo, fattore strategico che Rossi conosceva bene quando gareggiava, un po’ meno adesso che fa il politico ma ambisce a cariche federali all’interno del sistema CONI.

Antonio Rossi

Antonio Rossi

Rossi dimentica che per diventare presidenti, però, c’è bisogno di un consenso elettorale (al momento siamo ancora in democrazia), che, nello specifico, almeno in questa tornata elettorale, non è avvenuto, visto che Buonfiglio, pur in presenza di altri tre avversari, si è, comunque, assicurato da solo il 57,04 dei consensi, di oltre 2 punti rispetto al 55% di maggioranza qualificata per chi si presenta come candidato uscente dopo due mandati conquistati consecutivi.

Al momento non ci risulta che per diventare presidenti sia prevista né la cooptazione (come avviene in politica, dove non c’è bisogno di essere eletti per ricoprire determinate cariche in ambito amministrativo), né l’intervento parlamentare (gesto non proprio cortese, soprattutto nei confronti del presidente del CONI Giovanni Malagò).

Il ricorso per “principio” di Rossi si presenta come un precedente, per certi versi pericoloso, perché chiunque si dovesse svegliare sconfitto, post tornata elettorale, potrebbe decidere di procedere davanti a tribunali e collegi di garanzia, perché appunto passerebbe il concetto: “L’ha fatto l’assessore Antonio Rossi, perché io no?”. Con presidenti eletti, ma tutti sub judice per la presenza di ricorsi attivi e pendenti. Si scadrebbe vagamente nel ridicolo, per certi versi. Il mondo dello sport si presenterebbe con una immagine negativa, rissosa e per niente inclusiva. 

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Questo continuo ricorrere a corti federali o del CONI, sempre e soltanto da parte di chi perde le elezioni federali (ormai è una costante), oltre che una perdita di tempo, sta diventando una diseconomia per le casse dell’ente pubblico, considerato che avvocati e giudici non sono gratis.

A Rossi auguriamo di fare una sfolgorante carriera sia in ambito politico, sia, tra 4 anni, in federazione (FICK), se deciderà di ricandidarsi, ma il consiglio è di portare in dote nella sua nuova vita un pizzico del fair play che aveva quando gareggiava e vinceva, perché un campione è campione anche nella sconfitta. Ultima annotazione: non è con gli interventi parlamentari che si apportano cambiamenti nel mondo dello sport. I ricordi nefasti del passato dovrebbero far riflettere l’intero sistema.

ANTONIO ROSSI: RICORSO AL COLLEGIO DI GARANZIA PER PRINCIPIO

“Ho deciso di fare ricorso al Collegio di Garanzia del CONI e al Tribunale federale per una questione di principio.

Vado avanti in questo lungo e costoso iter procedurale non perché non accetti la sconfitta o voglia fare il Presidente a tutti i costi (anzi nemmeno mi ricandiderò in caso di vittoria), ma perché credo che tutto il sistema elettivo abbia bisogno di regole chiare e non interpretabili.
Questo vale non solo per la mia, ma anche per tutte le altre Federazioni.
Difficilmente il Presidente Malagò potrà cambiare le regole così come ha fortemente sostenuto in passato se a votare i cambiamenti saranno proprio i Presidenti eletti con tali regole.
A questo punto è veramente necessario un intervento parlamentare per riformare tutto il sistema sportivo italiano e la voce degli atleti dovrà essere ascoltata!”

(Antonio Rossi)

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