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Con una capienza di 135.000 posti sorgerà in Iraq lo stadio più grande del mondo

(di Lorenzo Vulpis) – Come riporta il quotidiano inglese “The Sun”, in Iraq sorgerà presto lo stadio più grande del mondo, con una capienza di 135.000 posti. Incredibile ma vero, l’impianto sarà costruito per via di una scommessa persa. Il finanziatore del progetto è infatti il Re Salman di Arabia Saudita, che ha scommesso sulla vittoria della nazionale saudita in una amichevole con l’Iraq, promettendo al premier iracheno Haider Al-Abadi la costruzione di uno stadio da 100.000 spettatori in caso di sconfitta della propria squadra (tra l’altro già qualificata ai Mondiali di Russia).

Il match, disputatosi nella città di Bassora il 28 febbraio scorso, è finito 4-1 in favore dell’Iraq, e il Re ha mantenuto la parola, avviando da subito il progetto, che al momento è al vaglio del Consiglio dei Ministri. Non contento della promessa fatta, ha addirittura alzato l’asticella, annunciando in una conversazione telefonica con Al Abadi di voler portare a 135.000 spettatori la capienza dell’impianto, superando così di gran lunga quella del Basra Sports City, stadio più grande in Iraq con una capienza di 65.000 posti.

Proprio il premier iracheno ha raccontato la vicenda ai giornalisti presenti nel post partita: “Ho ricevuto una telefonata dal Re dell’Arabia Saudita, Salman bin Abdul Aziz. Si è voluto complimentare per la vittoria della Nazionale irachena ed ha espresso la sua volontà e il suo impegno ad espandere le relazioni positive tra Iraq e Arabia Saudita in diversi ambiti di interesse comune per i due Paesi, tra cui quelli economici, commerciali, comunitari e culturali. Ha anche offerto il contributo dell’Arabia Saudita per costruire uno stadio principale in Iraq capace di ospitare 135.000 persone.”

L’operazione quindi, oltre al lato sportivo, ha una forte valenza politica. L’ultimo match disputato tra le due nazionali risale a 40 anni fa e i rapporti tra i due Stati non sono mai stati eccellenti, complici le frizioni avvenute negli anni passati di cui la più nota è sicuramente legata all’invasione del Kuwait da parte dell’esercito iracheno nel 1990. L’Iraq poi ha subito un bando da parte della FIFA a partire dal 1986, con una parziale sospensione nel 2012, a causa del quale non ha potuto giocare amichevoli nel territorio nazionale.

Con un’autorizzazione speciale è stato possibile disputare il match contro l’Arabia Saudita (che ha registrato chiaramente il sold out) e il premier Al-Abadi si è rivolto alla FIFA chiedendo la rimozione delle sanzioni, dichiarando come la partita abbia evidenziato “la situazione di sicurezza e stabilità, e il livello di preparazione e adeguatezza degli stadi iracheni per ospitare incontri internazionali”. Proprio in questi giorni si aspetta una decisione definitiva in merito e l’Arabia Saudita, con un ulteriore gesto distensivo, si è offerta di ospitare le prossime partite casalinghe della nazionale irachena.

 

 

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Lorenzo Vulpis

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