Concussion sfida il potere del sistema NFL. Il film-scandalo sui traumi da CTE
Negli ultimi 20 anni, i giocatori di football americano della NFL (la Lega professionistica americana più ricca al mondo) hanno sofferto di danni a lungo termine,a causa dei contatti fisici subiti nel corso della carriera. Solo dal 2008 il neuropatologo Bennet Omalu (interpretato dalla star Will Smith nel film “Concussion” uscito ieri in tutte le sale americane) ha iniziato a portare alla luce il problema della CTE (Encefalopatia Traumatica Cronica), riportato un anno dopo in un articolo-scandalo pubblicato da GQ.
Omalu per primo ha scoperto la connessione tra i traumi cerebrali e il football professionistico, e cercò di render pubblica la malattia neurodegenerativa del cervello causata dai ripetuti traumi alla testa.
Il termine “Concussion” (titolo del film prodotto da Ridley Scott) in italiano significa ‘Commozione cerebrale‘, e di questo si parla negli studi del medico e nel film, che racconta uno dei più grandi scandali degli ultimi anni nello sport professionistico statunitense.
Will Smith interpreta Bennet Omalu, il neuropatologo, che ha eseguito l’autopsia del centro degli Steelers Mike Webster, nel 2002, mentre lavorava per l’ufficio del coroner della Contea di Allegheny. Webster è morto all’età di 50 anni, dopo aver sperimentato purtroppo demenza e depressione.
Fino a poche settimane fa ci sono state forti pressioni da parte della NFL perché il film non uscisse nelle sale proprio in concomitanza con le feste natalizie. Un film-verità che porterà a profonde riflessioni nel mondo professionistico a stelle e strisce e già si parla di molte famiglie che intendono ritirare i propri figli nei college o nelle università dove si pratica il football americano.
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