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Coronavirus: gli “altri sport” penalizzati per la marginalità dei ricavi tv

Se si esce dal circuito del calcio professionistico, l’impatto economico delle gare a porte chiuse (per rischio epidemia da Coronavirus) rischia di essere ancora più visibile, oltre che sensibile, per le entrate delle società di basket, volley e rugby o di quelle collegate ai cosiddetti “altri sport” (pallamano, hockey su prato, baseball). Al momento l’idea del Governo di giocare a porte chiuse non piace troppo nell’ambiente sportivo, perchè, rispetto al calcio, i club di questi sport minori non possono contare sugli introiti da diritti televisivi. Anche nel basket o nel volley questa “voce” è marginale rispetto a quella del botteghino. Nella massima serie di pallacanestro, ad esempio, le società incassano dalla biglietteria, su base annua, un cifra non inferiore a 500 mila euro, fino a raggiungere il milione di euro se si analizzano i bilanci dei top club. Spesso poi la vendita di alimenti-bevande non è in gestione alle società sportive, ma arriva a sviluppare, comunque, ricavi pari a 5 mila euro a partita.

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Redazione

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