Covid, rapporto di PwC: “Ripresa non prima di due anni. Investire su eSports e Medio oriente”
Il rapporto annuale sul mondo dello sport business di “PwC”, agenzia di consulenza strategica a livello aziendale, pone delle sfide importanti per un settore piegato dalla pandemia da Coronavirus e dai suoi risvolti.
Ogni anno la “PwC” stila una sorta di macro-guida per gli investitori nel settore sportivo e il rapporto di quest’anno mostra un outlook al ribasso per le società sportive, che durante la crisi potrebbero subire perdite stimate fra il 30 e il 40%. A causa del Covid-19 le imprese che operano nel campo dello sport si stima possano operare una massiccia revisione della spesa, ma PwC raccomanda agli imprenditori di non limitarsi a questo.
Secondo il rapporto annuale infatti le società potrebbero approfittare della crisi per prendere in considerazione nuove strade, non intraprese prima per paura, ma che ora diventa decisivo imboccare perché la ripresa, secondo le impressioni degli investitori, non si paleserà se non per il 2022. Il settore degli eSports, ad esempio, potrebbe rappresentare una nuova opportunità d’investimento.
Gli sport virtuali, che vanno da “FIFA” a “League of Legends”, hanno infatti generato, solo nel 2018, introiti per 905,6 milioni di dollari e hanno confermato la loro ascesa appassionando milioni di spettatori costretti a casa durante il lockdown.
La crisi degli eventi live, interrotti a marzo, ha preso alla sprovvista l’industria sportiva. La vendita dei biglietti costituisce tuttorauna grande fetta degli introiti di una società e PwC sprona i presidenti ad elaborare strategie che virino decisamente sullo streaming.
La vecchia pay-tv, con cui i clienti devono obbligatoriamente stipulare un oneroso abbonamento per accedere ai suoi servizi, sta cedendo il passo a metodi più smart per assistere agli eventi sportivi, come ad esempio le piattaforme OTT (“over the top”), i social media e i cosiddetti super-aggregators come “Apple TV+” e “YouTube TV”. A questi metodi, suggerisce “PcW”, va associata una strategia di monetizzazione basata sul freemium, ovvero consentire all’utente di accedere alle funzionalità base di un’app gratis ma far sì che paghi per ottenere servizi migliori, e sulle microtransazioni pay-per-view che non vincolano l’utente, ma lo lasciano libero di pagare per un singolo evento.
Per quanto riguarda le aree geografiche su cui è fruttuoso investire, spicca in negativo l’Europa le cui stime di crescita per lo sport business crollano dall’8 al 2%, male anche il mercato sportivo sudamericano che per i prossimi 3-5 anni potrebbe subire addirittura una recessione del -1,3%, mentre chi si salva è il Medioriente le cui stime di crescita restano invariate nonostante la pandemia (+8,7%).
No Comment