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Cresce il fenomeno kitefoil. Piace ai giovani sportivi, agli sponsor e ai promoter di eventi

(Emanuela Di Mundo) – Lo spettacolo dei 43 atleti della specialità Kitefoil* al Poetto (Cagliari) per il Gran Slam IKA World Cup con le loro velocità e quegli aquiloni colorati, incanta. Il francese Alex Maxella ha dominato questa tappa, come previsto, non senza le insidie del connazionale De Ramecourt, secondo e di Connor Bainbridge (Gbr). E non è stata da meno la tappa mondiale ad Oristano dove il nostro Riccardo Pianosi, 16 anni di talento puro, è salito sul terzo gradino del podio mondiale dietro a De Ramecourt, primo e ad Axel Mazella. Complici le spiagge candide, le acque cristalline, il vento e gli atleti, l’atmosfera in questi eventi è quella dei surfisti di ‘Un Mercoledì da leoni” con il brivido della velocità in acqua. Nel Kitefoil  l’obiettivo è la ricerca della velocità, che in gara è sui 46/47 nodi e al di fuori, senza vincoli, arriva  fino a 50. Tavole piccole, appendici importanti, aquiloni grandi e colorati per uno sport che sarà a Parigi 2024, o meglio, tingerà il cielo di Marsiglia.

Sailbiz ha scambiato qualche battuta con Mirco Babini, presidente della Classe Kiteboarding Italia e dell’International Kiteboarding Association (IKA), per capire di più su questa disciplina, sul suo mondo e il suo futuro.

D: Quanti sono i kiter in Italia e nel mondo?

R: “In Italia sono un centinaio, di cui 37 forti, mentre in Francia i numeri sono a tre zeri. L’Inghilterra cresce molto rapidamente e la Germania è in via di sviluppo ma più lentamente. Impossibile sapere quanti sono nel mondo, solo a San Francisco dove è nato il Kite foil a livello di racing si registrano diverse migliaia di praticanti”. Il parterre dei partecipanti è giovane, età media venti anni, e l’habitat naturale di questi boardries è la spiaggia. Non è raro vedere famiglie con bambini che si muovono in camper, oltre a chi sceglie situazioni più comode.

D: E’ uno sport ecologico che non necessita di particolari strutture, ma quanti circoli sono interessati a questa attività ?

R: “Attualmente sono circa 70 le Federazioni e le associazioni di Classe affiliate all’IKA, destinate a crescere con il programma olimpico. E non solo in vista di Parigi 2024 ma in previsione di Los Angeles e dei successivi appuntamenti Ci aspettiamo un exploit”.

D: Cosa necessita per l’organizzazione di un evento e come si è posizionata l’Italia in questo campo?

R: “Basta che una società affiliata compili un form e si renda disponibile per una visita per la verifica degli aspetti logistica e tecnici: oltre alla spiaggia, le medie del vento e le aree di regata. In Italia siamo fortunati perché siamo partiti molto presto con gli eventi internazionali e ormai abbiamo appuntamenti e sedi consolidati. La legacy nel mondo del Kiteboard e gli atleti è ottima e nessuno può prescindere dal prendere parte alle ormai classiche manifestazioni sulle nostra spiagge”. Se poi queste si traducono con Sardegna ad ottobre con temperature da bagno e ottime condizioni di vento il successo è assicurato.

D: Da qui a Parigi gli eventi sono già calendarizzati o ci sono altri spazi?

R: “Gli appuntamenti continentali sono fissati per il 50%. Ci sono situazioni valutative in corso per gli eventi asiatici e in Medio Oriente mentre i Campionati del mondo sono già definiti”.

D: Ma quali sono i numeri di un evento di kitefoil?

R: “Dipende molto dall’evento: nelle Kitefoil World Series, dove il circuito è professionistico e con montepremi, copertura mediatica e logistica adeguata, abbiamo il numero chiuso di 100 atleti: l’elite del Kiteboard mondiale. Nelle regate di classe olimpiche, il regolamento prevede un massimo di 90 uomini e 90 donne”. C’è da dire che vedendo gli aquiloni serrati dalla partenza alla prima boa, prima che la flotta di diradi, c’è da domandarsi come non si intreccino tutti i cavi tra di loro. Una risposta c’è: “ semplice, non li guardiamo neanche noi. Andremmo in confusione. Puntiamo gli occhi solo avanti “ dice Lorenzo Boschetti, attuale campione italiano.

D: Quali sono le aziende di riferimento per aquiloni, cavi,tavole e piantoni (il piede sotto la tavola, che consente il volo) ?

R: “Le aziende produttrici di attrezzatura registrata, utilizzabile nella classe olimpica,  sono una decina, ma entro fine anno saranno rilasciate altre license di Olympic Equipment provider/builder. E il modo per mantenere l’ottima qualità ed il controllo mentre per la classe Kitefoil Open sono molte le aziende interessate, soprattutto per lo sviluppo futuro. Tra le 30 aziende mondiali produttrici, con orgoglio l’Italia ne vanta una buona parte e di eccellenza: Chubanga  e Sabfoil per le appendici, Gottifredi e Maffioli, e Armare per le linee/cavi, Groove, Hydro e Temavento per le tavole. E altre in via indiretta nella produzione di materia prime e per la manifattura”. Tanto per avere un’idea Chubanga, capitanata da Luca Filippi, ha sviluppato la parte ingegneristica dell’hydrofoil con Giorgio Provinciali e Simone Bartesaghi, entrambi coinvolti in Coppa America per le appendici che rendono volanti gli AC.

D: Quali sponsor attrae il Kite foil?

R: “Il Kiteboard in generale nasce come sport giovane, colorato, dinamico e decisamente ‘amico’ della natura. Con un’immagine molto sostenibile. In vista delle Olimpiadi è cambiato l’asset visivo e in campo internazionale si sono affacciati sponsor dell’automotive, compagnie aeree, finanziarie e assicurative, telefonia, aziende impegnate nel business sostenibile. Attualmente la maggior parte degli eventi importanti sono sostenuti dai finanziamenti degli assessorati  del turismo e dello sport. Per fortuna esistono questi bandi e le leggi che supportano molto bene gli eventi di alto livello“. Con uno sport in crescita e un parterre di giovanissimi che si sta sviluppando come “nativi” sul foil, con le classi under 15 e under 17 appena fondate, c’è da giurare che i numeri degli atleti, e il  livello agonistico, cresceranno e molto velocemente.

  • i kitefoil sono aquiloni che non presentano una struttura rigida. Sono formati da un numero variabile di celle che vanno dal lato anteriore al lato posteriore

 

 

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