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Crisi Borse – Sponsorship : come cambierà il mondo del tennis

In realtà, tralasciando queste considerazioni semi-serie, la crisi potrebbe avere una portata ben più vasta di quanto si possa pensare. 
Il primo aspetto a cui volgere lo sguardo è quello legato agli sponsor. In particolare nel circuito tennistico, ma anche in quello golfistico, giocano ruoli fondamentali banche e gruppi assicurativi, cioè i soggetti più esposti alla tempesta finanziaria. Sia come partner e sponsor ufficiali, sia come acquirenti dei cosiddetti “corporate box”, i carissimi posti a sedere delle prime file e riservati alle società. Sono utilissimi, con i loro introiti, per far quadrare i bilanci dei tornei. 

Basti pensare come quest’anno, su nove Masters Series sei sono sponsorizzati da banche o istituti finanziari/assicurativi, inclusi i nostri Internazionali BNL d’Italia. E BNP Paribas (che è in pratica il “padrone” di BNL) è il principale sponsor mondiale del tennis: oltre al Roland Garros e Montecarlo sponsorizza la Coppa Davis e la Fed Cup.

Dal 2009, la Masters Cup si sposterà a Londra, anche grazie a Barclays Bank e ai circa 30 milioni di euro che ha messo sul piatto come main sponsor. Ma è sufficiente dare un’occhiata ai nomi dei tornei di queste settimane: oltre al sopracitato Tokyo, a Vienna si gioca sotto il nome di Bank Austria (controllata da Unicredit), e a Stoccolma è la compagnia assicuratrice IF a dare il nome al torneo. Il colosso Fortis, una settimana fa sull’orlo del fallimento prima di venire acquisita da BNP Paribas, è il title sponsor del torneo WTA di Lussemburgo, e controllava buona parte di ABN-Amro, lo sponsor tradizionale del torneo indoor di Rotterdam.

Gli esempi potrebbero proseguire a decine. 
E’ chiaro quindi come un’eventuale venire meno di questi rapporti a causa di difficoltà nei bilanci (o addirittura fallimenti) di tali società metterebbe in crisi molti eventi del circuito. Ad agosto, la Pacific Life si è sottratta dal suo impegno come main sponsor del torneo di Indian Wells. Il torneo di Los Angeles, facente parte della US Open Series, è tutt’ora a caccia di un partner dopo che la Countrywide ha lasciato. Insomma, se sicuramente è prematuro parlare di crisi finanziaria del tennis, potrebbe essere un errore altrettanto grave fare finta di nulla.

In particolare, sembra più a rischio il continente nordamericano, che oltre ad essere il più vicino all’occhio del ciclone finanziario, è anche quello che più di altri può temere un ridimensionamento della popolarità del tennis, sebbene all’ultimo US Open si siano invece battuti tutti i record d’affluenza e di incassi.

 

Come cambierà il pianeta tennis sotto il profilo delle sponsorship? Sporteconomy riprende un interessante intervento di Ubaldo Scanagatta, commentatore tv italiano dei principali tornei di tennis a livello mondiale. 

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Marcel Vulpis

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