Crisi Libica – La Francia dichiara guerra con l’aiuto del Premio Nobel per la pace Obama, in gioco gli interessi petroliferi da cui transalpini e americani sono fuori
Oggi lo scenario internazionale muta e gli avversari di ieri tornano ad allearsi a scapito dell’Italia e degli interessi italiani in Libia, dalle partecipazioni dei fondi sovrani libici nelle aziende italiane (vedi Unicredit e Juventus) agli appalti assegnati ad Eni e ad altre importanti aziende che ora rischiano di perdere tutto.
Uno schiaffo a Berlusconi e a tutta l’Italia , salutato con entusiasmo dalla sinistra ieri pacifista oggi interventista pur di dare contro all’odiato Berlusconi.
Gli aerei francesi in prima fila in questo “attacco” alla Libia saranno la carta che un Sarkozy in enorme difficoltà di consensi in casa cercherà di utilizzare per raggiungere un nuovo assetto che veda le aziende francesi in prima fila nel post Gheddafi.
Stupisce il silenzio e la debolezza del Governo italiano che per ovvi motivi avrebbe dovuto tirarsi fuori dal contesto, come
Una sconfitta per la politica “indipendentista” di Berlusconi che mirava ad un disimpegno parziale dai legami storici per ottenere maggiori vantaggi per l’Italia, che esce sconfitta clamorosamente a livello internazionale.
La controprova? Non ci sarà nessuna manifestazione pacifista contro gli americani. Aspettare per credere.
L’Iraq li aveva visti su fronti opposti. I francesi pronti a difendere i loro interessi consolidati nel regime di Saddam , gli americani preoccupati di entrare in un business troppo importante e strategico da cui erano fuori ormai da troppo tempo. L’attacco Usa a Saddam portò i due paesi alleati in sede Nato a rapporti freddissimi e rappresaglie storiche come l’eliminazione dai ristoranti americani dei vini francesi e degli champagne in favore dei prodotti italiani, alleati fedelissimi in quella occasione di Bush.
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