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Davide Cassani: “La ferita più grande? Aver commentato imprese risultate false!”

(di Davide Pollastri) – In occasione del suo compleanno (è nato a Faenza il 1º gennaio 1961), l’ex CT della Nazionale di ciclismo su strada ha rilasciato un’intervista “a ruota libera” alla nostra agenzia. Tra i temi toccati, gli scandali che hanno travolto il ciclismo e i guadagni degli sportivi.

Davide Cassani, diventato professionista nel 1982, è stato uno dei più importanti gregari della storia del ciclismo italiano. Tuttavia, Cassani un vero e proprio gregario non lo è mai stato: costretto, dopo essere stato investito da un’automobile, a chiudere la propria carriera a 35 anni, il faentino, cugino di secondo grado di Roberto Conti e grande tifoso del Bologna, è diventato dapprima commentatore televisivo RAI (memorabili le sue ricognizioni in bicicletta di tutte le tappe del Giro d’Italia) e in seguito, dal 2014 al 2021, commissario tecnico della nazionale italiana maschile élite di ciclismo su strada. I successi ottenuti dalla nazionale durante il suo mandato (due mondiali a cronometro, entrambi vinti da Filippo Ganna nel 2020 e nel 2021, e quattro europei in linea), hanno confermato il carisma e la competenza di questa eccellenza del nostro sport

Cassani, riassumere il suo percorso professionale non è semplice: è stato ciclista, commentatore tecnico, CT, autore e tanto altro. Qual è stata l’emozione più grande della sua straordinaria carriera?

L’emozione più grande l’ho provata il giorno del mio passaggio al professionismo. Quando mi resi conto che avrei corso sulle strade del Giro d’Italia, del Tour de France e dei campionati del mondo, capii di aver realizzato il sogno della mia infanzia.

C’è qualcosa che non rifarebbe o che rifarebbe in modo diverso?

Non ho tanti rimpianti. Sono stato 15 anni professionista, ho ottenuto il massimo per quello che il mio fisico poteva dare e sono ben contento di tutto quello che ho fatto, nel bene e nel male.

Negli ultimi trent’anni il ciclismo è stato travolto da innumerevoli scandali. Quale l’ha ferita di più?

Sicuramente il fatto di aver commentato imprese che poi sono risultate false.

Il Giro d’Italia del 1994, quello dell’esplosione di Marco Pantani, riuscì ad incollare alla TV fino a 5 milioni di telespettatori. Il Giro del 2024 ha superato i 2 milioni di ascolti medi solo nella 20esima tappa. Il pubblico si è disinnamorato di questo sport?

Assolutamente no. Ci sono ancora milioni di persone che seguono il ciclismo. È naturale che se ci fosse un campione capace di incollare gli appassionati italiani alla TV, come sta succedendo nel tennis con Sinner, gli ascolti sarebbero più alti.

Il ciclista più pagato, Tadej Pogačar, con lausilio dei propri sponsor arriva a 6 milioni di euro allanno. Lultimo dei 50 atleti più pagati al mondo (secondo la graduatoria stilata da Forbes), ovvero il cestista Devin Booker, guadagna, tra campo ed extra campo, 43 milioni di euro. Perché i ciclisti guadagnano meno di altri sportivi?

Perché è uno sport, da questo punto di vista, più povero rispetto ad altri. Le squadre richiedono risorse finanziarie significative, ma non hanno diritti televisivi né grandi introiti, e di conseguenza i corridori non guadagnano come i campioni di altre discipline. Tuttavia, negli ultimi anni la media degli stipendi è molto cresciuta rispetto al passato e la situazione economica dei ciclisti è decisamente migliorata rispetto a qualche anno fa.

Al termine di una stagione straordinaria, Tadej Pogačar si è aggiudicato il Velo dOr e il premio Eddy Merckx. Lo sloveno dominerà la scena anche nel 2025?

Penso proprio di sì, anzi, ne sono quasi certo.

Filippo Ganna, Jonathan Milan, Giulio Ciccone, Antonio Tiberi, Giulio Pellizzari. Chi è il suo preferito?

Faccio il tifo per tutti gli italiani. Ganna è un cronoman straordinario e quest’anno lascerà la pista per cercare di fare ancora meglio puntando a corse come la Milano-Sanremo e la Parigi-Roubaix. Milan è diventato uno dei velocisti più forti al mondo. Tiberi è un giovane che spera di salire sul podio di un grande giro. Ciccone forse non riuscirà a fare classifica, ma in salita è tra i più forti. Pellizzari è una promessa, ma non sappiamo ancora se per le corse a tappe o per quelle di un giorno. Mi piacerebbe che ognuno di loro potesse crescere per portare in Italia quelle vittorie che tanto ci mancano.

Ai recenti Campionati del mondo di ciclismo su strada, il giovanissimo Lorenzo Finn si è laureato Campione del mondo juniores. È lui la nuova speranza azzurra?

I numeri li ha, ma è ancora giovane. Lasciamolo crescere in tranquillità nella speranza di poter parlare di lui tra qualche anno.

Da un giovane talento pronto a emergere a un veterano prossimo al ritiro: Geraint Thomas ha recentemente annunciato l’intenzione di concludere la propria carriera alla fine del 2025. Quale eredità lascerà il britannico al mondo del ciclismo?

Parliamo di un grande personaggio, cresciuto in pista fino a diventare un campione anche su strada, arrivando a vincere persino un Tour de France e a sfiorare un Giro d’Italia. È un esempio, perché senza troppi clamori è riuscito a ritagliarsi il suo spazio nella storia del ciclismo.

Torniamo a Lei: chiusa lesperienza da commissario tecnico, è rientrato in RAI, una scelta molto apprezzata dai tantissimi telespettatori innamorati del suo stile appassionato e coinvolgente. Visto l’affetto che il pubblico nutre nei suoi confronti, si sente “la nuova voce del ciclismo italiano”?

No, però sono felice di essermi guadagnato l’affetto delle molte persone, perlopiù tra i trentacinque e i quarantacinque anni, che, quando mi vedono, mi dicono: “Sai, sono cresciuto con la tua voce”, oppure: “Quando studiavo, mi tenevi compagnia”. Ecco, la cosa mi fa piacere perché alla fine ho tenuto compagnia a tante persone che hanno seguito il ciclismo e continuano a seguirlo.

Cosa vorrebbe chiedere al nuovo anno e cosa si aspetta di ricevere?

Cosa posso chiedere? La mia passione per il ciclismo mi ha permesso di realizzare molti sogni. Potrei chiedere di continuare ad avere le stesse opportunità e soddisfazioni che ho avuto finora. Vorrei anche vedere tanti giovani avvicinarsi a questo sport e festeggiare molte vittorie dei nostri campioni.

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