Già nel 2008 la dirigenza del Deportivo era stata costretta a “dare in pegno” tutti i diritti dei propri giocatori e solo nel 2011 aveva rinegoziato i termini. L’attaccante portoghese Pizzi, in sala stampa, ha affermato: “Dobbiamo essere calmi, pensare a fare il nostro lavoro e difendere i colori della squadra. E ‘una situazione complicata che a nessuno piace”. Questi provvedimenti derivano da politiche governative mirate, esclusivamente, a regolamentare le violazioni dei club spagnoli. L’agenzia delle Entrate, da gennaio 2012, ha incassato trecentoventinove milioni di euro da centoventisei società calcistiche spagnole di cui venti della Liga (trecentocinque milioni di euro), ventisei di Segunda Division e le altre nelle serie inferiori.

Come spiega “La Voz de Galicia” la difficile situazione economica in cui versa il Deportivo La Coruna ha portato il Ministero delle Finanze spagnolo e l’Agenzia delle Entrate (AEAT) a fermare tutte le entrate del club come i fondi derivanti da diritti televisivi, i trasferimenti di giocatori e gli incassi dei biglietti. Le istituzioni spagnole intendono diminuire il debito del club: per il Tesoro ammonta a  trentaquattro milioni di euro, ma probabilmente è maggiore.