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Di Cintio (Lega Ciclismo): “Pronti ad innovare per creare valore nel ciclismo professionistico”

(di Marcel Andrè Vulpis) – Il ciclismo professionistico e le sue corse su strada sono, da sempre, un patrimonio culturale, oltre che sportivo del nostro Paese. Le due ruote hanno “unito” l’Italia anche in alcuni difficili momenti della nazione. Per molto tempo poi è stato lo sport nazionale per eccellenza, ancor prima del calcio (ormai trasformatosi in un prodotto da show-business). La particolarità del ciclismo è quella di essere l’unica disciplina, in questo ideale connubio con il mezzo (la bicicletta da corsa), in grado di emozionare da un punto di vista sportivo e poi a livello di racconto del territorio. Presenta, a differenza di altri sport indoor, produzioni televisive molto più complesse, ma in grado di far conoscere interi territori (esaltando le bellezze paesaggistiche durante il percorso di gara). In sintesi, un veicolo ideale per lo sviluppo del marketing territoriale. Un aspetto, quest’ultimo, che sta avvicinando importanti player dl marketing sportivo e sponsor di profilo nazionale.

Oggi il ciclismo è una piattaforma emozionale e di marketing unica nel suo genere” spiega Cesare Di Cintio (esperto legale in materia di diritti sportivi), da pochi mesi Commissario straordinario della Lega Ciclismo Professionistico (LCP). “L’ltalia ha storia, know-how, e cultura ciclistica come pochi Paesi al mondo. Chi intende investire nel ciclismo “pro” non può non considerare le tante gare (non solo a tappe) che fanno parte di questo movimento. C’è da fare chiaramente un grande lavoro a livello di marketing per rendere l’esperienza della corsa non solo un momento di sport di straordinario valore, ma anche una opportunità di entertainment e di aggregazione sociale sui diversi territori. In alcune “corse-monumento” poi si arriva a intercettare anche più di 40mila persone appassionate di questo sport. Solo nel calcio o in alcune discipline indoor si raggiungono numeri importanti in termini di presenze, ma il contatto visivo con il campione o l’emozione quasi di poterlo sfiorare lungo il percorso o nella zona dell’arrivo è possibile solo nelle due ruote”.

La LCP esce, tra l’altro, dall’organizzazione diretta di una “Classica del Sud”, il Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria (disputatasi lo scorso 16 aprile). Una corsa storica, giunta alla 66ima edizione, ma che mancava all’appello da ben 12 anni quando era ancora sotto l’egida della Provincia di RC e fu vinta dal campione olimpico Elia Viviani (oggi alla Ineos-Grenadier).

In questo caso la Lega grazie all’appoggio della Federciclismo (guidata da due anni dal presidente Cordiano Dagnoni) e al sostegno economico dell’ente locale ha fatto ripartire una corsa storica dove hanno vinto, nel tempo, campioni del calibro di Coppi, Bartali e Baronchelli” ha sottolineato Di Cintio. “In un momento successivo abbiamo individuato e assegnato, tramite bando, l’organizzazione dell’evento calabrese ad ExtraGiro. E’ un modello gestionale ed organizzativo che vogliamo replicare anche in altri eventi ciclistici. L’idea, per il futuro, è una Lega che possa erogare servizi di qualità ai propri associati, a partire dal soggetto chiamato a produrre le gare (è notizia di poche settimane fa dello sbarco nel ciclismo di NVP, tra i più importanti producer di eventi sportivi live, nda), senza dimenticare le sponsorizzazioni e i rapporti a livello istituzionale, sia in ambito nazionale che a carattere locale. In sintesi siamo pronti ad innovare per creare valore nel ciclismo professionistico italiano”.

 

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Marcel Andre Vulpis

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