Diritti tv esteri: scontro tra big e piccoli club della Premiership
La “pentola” dei diritti tv (esteri) della Premier league sta per esplodere. Da alcuni giorni c’è parecchio subbuglio nel Regno Unito: sei top club della EPL (English Premier league) sono in totale conflitto (su tematiche chiaramente di carattere economico) con il resto del plotone (12 medio-piccoli team).
Sta per partire, infatti, la gara per il periodo 2019-2022 dei diritti tv della Premier all’estero. Una “torta” cresciuta a dismisura (+70%), nelle due ultime tornate, e che si attesta sui 2 miliardi di euro annui (una cifra quasi pari a quella del mercato “domestico” della EPL). Il problema vero è che stavolta, un po’ per le strategie (al risparmio) di Sky e BT Sport, un po’ perché la crescita è stata troppo veloce, difficilmente ci saranno aumenti a cifra doppia.
La posizione di questi sei club (ManUtd, ManCity, Liverpool, Chelsea, Arsenal, Tottenham Hotspur) è chiara: non si può continuare a dividere questi 2 miliardi di euro in modo democratico in 20 parti. I top team della Premiership chiedono infatti una ripartizione sulla base di una serie di nuovi criteri meritocratici (fan base all’estero, audience sui diversi mercati esteri, ecc.).
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