Diritti Tv: il caso diventa “politico”
La vendita dei diritti tv alle reti Mediaset da parte della Juventus per 248 milioni di Euro, ha scatenato la rivolta di molti club di calcio e di chi per ragioni elettoralistiche chiede ora il cambiamento dell’attuale normativa sui diritti televisivi. Perchè scandalizzarsi che grandi club come Juventus, Milan ed Inter incassino dai loro diritti tv cifre vicine agli 80/100 milioni di Euro l’anno, se in Italia club minori come Chievo, Lecce, Messina e Reggina ricevono per la trasmissione delle partite casalinghe cifre comprese tra i 10 ed i 12 milioni di Euro? Esistono infatti differenze di risultati ma soprattutto di bacino d’utenza, di numero di tifosi in Italia e nel mondo e di ritorno mediatico. Ma soprattutto ci chiediamo come fanno a lamentarsi dell’attuale sistema club come la Fiorentina, che nella stagione 2005/06 ottiene dalla cessione dei diritti oltre 20 milioni di Euro (stima Gazzetta dello Sport), quando il Bayern Monaco in Germania riceve appena 16 milioni di Euro l’anno, e nella scorsa stagione si è trovata a lottare fino a poche giornate dalla fine contro la retrocessione in Serie B, senza considerare la scalata dalla C2 alla A in appena 2 anni. Nulla da togliere alla sorprendente squadra "viola", ma crediamo che alcune differenze vadano pure fatte, tra chi da sempre è al top del calcio nazionale e chi, per alterne vicende, non è mai una protagonista continua. Ma ancora di più ci stupisce la frenetica attività dei parlamentari che a meno di tre mesi dal voto, "improvvisamente" hanno scoperto un’ "assurda sperequazione" all’interno del mondo del calcio. Ecco allora, che da destra a sinistra, tutti si dannano per accontentare "i più deboli", secondo noi per un mero calcolo elettoralistico. Crediamo, per concludere, che il male del calcio non sia legato alla trattativa soggettiva dei diritti tv, ma a ben altro. E si tratta di un male non solo italiano. Ciò che non va non è il gran numero di soldi che tutte le squadre incassano dalla vendita dei diritti tv, ma le enormi spese sostenute per il monte salari, arrivati oltre ogni misura anche nei piccoli e medi club. Tifiamo allora più per il PdL del deputato dell’Udc, Paolo Francesco Lucchese, che chiede un tetto pari al 50% delle entrate per pagare gli stipendi dei giocatori (sempre che la normativa sia comune a livello europeo) che per le polemiche scatenate da un contratto (Juve-Mediaset) che poi non cambia di molto (se non per il valore dell’opzione) quello già esistente.
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