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Diritti tv: Infront risponde agli articoli di Repubblica e Gazzetta

Arriva nel tardo pomeriggio la dichiarazione ufficiale di Infront Italy riguardo agli articoli apparsi su alcune testate nazionali riguardanti stralci di intercettazioni telefoniche. Di seguito il comunicato stampa ufficiale. 

Con riferimento agli articoli di stampa recentemente divulgati in particolare dal quotidiano La Repubblica e da La Gazzetta dello Sport, Infront, nella sua qualità di advisor della Lega Serie A, ritiene imprescindibile precisare alcuni dei gravi errori di fatto in cui sono incorsi i giornalisti nella ricostruzione e interpretazione degli accadimenti.

Non è infatti vero che l’invito a presentare offerte per il Pacchetto C fosse stato “truccato” per agevolare la società Mediaset, come sostiene alcuna stampa.

E anzi, basta esaminare il reale svolgimento dei fatti per rendersi conto che Sky ha avuto un anno di tempo per aggiudicarsi il pacchetto C, avendo concorso senza la partecipazione di Mediaset, per ben tre volte alla sua assegnazione.

Senonché, in ciascuna di queste occasioni, Sky offrì importi:

  • O inferiori al prezzo minimo
  • Oppure sempre inferiori al prezzo precedentemente già ritenuto incongruo e per ciò rifiutato dalla Lega.

 

Le gravi e fantasiose illazioni contenute negli articoli di stampa, liberamente evinte da stralci di brogliacci di intercettazioni telefoniche, sono frutto di un’opera di analisi incompleta con effetti suggestivi. Non hanno peraltro tenuto in nessun conto, come si potrà agevolmente dimostrare nelle sedi a ciò deputate, la circostanza che i regolamenti, i ruoli e il reale andamento dei fatti sono rimasti indenni da ogni tentativo di influenza diretta o indiretta, da chiunque proveniente, sull’esito dell’assegnazione, e semmai intesi a favorire la libera concorrenza tra gli operatori.

Negli articoli di stampa si travisa anche il ruolo di Infront, che è un mero Advisor della Lega e, come tale, non assume le delibere in capo all’Assemblea di Lega Serie A. Nella sua qualità di Advisor si limita dunque a effettuare ricognizioni di mercato, intrattenendo rapporti direttamente con gli operatori del settore, al fine di calibrare in favore della Lega la propria attività di consulenza, che la stampa ha frainteso come attività di interferenza.

Di seguito i fatti:

Il Pacchetto C, come sopra specificato, è stato oggetto di 3 inviti a presentare offerte sin dal 19 maggio 2014.

In tali occasioni ha partecipato sempre e soltanto Sky; Mediaset non formulò mai offerte.

All’esito della prima gara, non aggiudicata a Sky perché la sua offerta non aveva superato il prezzo minimo, la Lega operò un ribasso del prezzo minimo, al fine di agevolare una rapida assegnazione del pacchetto C, accessorio rispetto a quelli principali già aggiudicati

Tale circostanza lo rendeva assegnabile solo ai soggetti già aggiudicatari dei pacchetti A e B.

Sky invece offrì (zero) 0 mln euro, per poi giungere a un’offerta in trattativa privata (in assenza di Mediaset) di 6 mln; tale cifra non fu mai sostanzialmente modificata fino all’ultima aggiudicazione, anche in assenza di offerte di Mediaset.

Un nuovo invito, il quarto, a presentare offerte venne pubblicato il 17 marzo 2015.

Al punto 2.2 del predetto invito, la Lega Serie A aveva cura di specificare che “alla luce anche dell’insoddisfacente esito delle precedenti commercializzazioni del Pacchetto C, al termine dei quali ha ricevuto un’offerta ampiamente inferiore rispetto al suo contenuto, il corrispettivo per il Pacchetto C, che l’offerente deve indicare nell’offerta da presentarsi con le modalità di cui all’allegato 9, dovrà comunque essere congruo rispetto al contenuto del Pacchetto medesimo….Non sarà pertanto accettata offerta il cui prezzo non sia ritenuto congruo dalla Lega Calcio Serie A”.

In data 9 aprile 2015 giunsero in Lega le seguenti offerte:

  • Sky: 6,6 mln euro per tre annualità.
  • Mediaset/RTI: 8,55 mln euro per le tre annualità

 Quest’ultima offerta riportava in calce la seguente condizione: L’efficacia della presente offerta è espressamente condizionata alla possibilità per la scrivente società di sub-licenziare, nei limiti di legge, i diritti di cui alla presente offerta, all’aggiudicatario del pacchetto A (SKY ndr) dell’invito a presentare offerte del 19 maggio 2014.

La condizione era dunque strumentale a sub-licenziare i diritti a Sky, sopportando insieme i relativi costi, e non a sottrarli alla stessa Sky

Ciò era la naturale conseguenza dell’esito delle precedenti aggiudicazioni dei pacchetti A e B trattandosi dei diritti di trasmissione di interviste relative agli incontri del campionato di serie A, ad essi accessorie.

Il 10 aprile 2015, come può agevolmente leggersi dal verbale commissione tecnica diritti audiovisivi, a differenza di quanto lasciato intendere dai giornalisti, si decideva con le seguenti motivazioni di non assegnare il pacchetto né a Sky né a Mediaset:Per quanto concerne, invece, il Pacchetto C, Sky ha presentato un’offerta con i valori immutati rispetto alle precedenti tornate (2,2 milioni di euro annui per le tre stagioni), mentre RTI ha presentato un’offerta più alta (di poco superiore a tre milioni di euro annui per le tre stagioni). Anche tale offerta di RTI, però, risulta condizionata alla possibilità di sub-licenziare i contenuti all’assegnatario del Pacchetto A (SKY), il che rende di fatto anche questa proposta irricevibile. Appare inevitabile, pertanto, proseguire ancora una volta con una trattativa privata [ndr. In programma con RTI e Sky il 4 maggio 2015, con le nuove offerte che dovranno essere presentate entro venerdì 8 maggio].

In data 8 maggio 2015, in esito alla trattativa privata, giunsero in Lega le seguenti offerte:

 

  • Sky: 7,2 mln euro per le tre annualità.
  • Mediaset /RTI: 9,34 mln euro per le tre annualità.

 

Nessuno dei due offerenti, pur conoscendo le precedenti offerte del competitor, modificò di fatto la propria.

In particolare Sky non aumentò l’offerta per superare quella, a loro già nota, formulata precedentemente da Mediaset (8,55 mln euro).

Il Pacchetto C venne aggiudicato a Mediaset/RTI il 10 maggio 2015 in quanto miglior offerente.

Non è dunque conforme al vero che siano giunte a segno le ipotizzate pressioni su rappresentanti di Infront o della Lega, finalizzate a sottrarre il Pacchetto C a Sky e assegnarlo a RTI/Mediaset.

E’ invece vero che Sky, avendo avuto molteplici occasioni per aggiudicarsi il Pacchetto C, in assenza di offerte di Mediaset o anche come sua eventuale sub-licenziataria, ha nei fatti rifiutato tale opportunità, che non ha dunque colto come conseguenza di una sua autonoma e libera decisione.

Si ribadisce pertanto la correttezza dell’operato dell’Advisor Infront e il pieno rispetto delle regole previste dalle procedure di invito e di trattativa privata.

 

 

 

 

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