Motori

Diritti tv – La fotografia di ciò che trasmette e trasmetteva la RAI nello sport (2)

Rispetto alla capacità di acquisto, va valutato il fatto che la tv di Stato puo’ essere considerata a tutti gli effetti una televisione “a pagamento”. Gli introiti della Rai nell’ultimo bilancio risultano infatti così ripartiti:

       1 miliardo 600 milioni di euro da abbonamenti tv (obbligatorio)

       890 milioni circa da pubblicità.

Formula 1

L’ accordo con la FIA prevede che Sky Italia, a partire da marzo 2013, trasmetta tutti gli eventi del Campionato del Mondo FIA di Formula 1, e, in aggiunta, che un canale televisivo nazionale in chiaro trasmetta 9 Gran Premi in diretta e 11 Gran Premi in differita  (ipotizzando che il calendario sia composto da 20 gare).

Le monoposto della Formula 1, praticamente da sempre appannaggio della tv di Stato, sfrecceranno così  in esclusiva su Sky con la Rai chiamata a decidere in tempi brevi sull’acquisto dei diritti in chiaro. 

 

 

Altri sport:

 

Olimpiadi

La Rai ha perso l’esclusiva: 200 ore di diretta da Londra, contro le 2000 di Sky. 13 i canali Sky dedicati (a Pechino le “ore Rai” erano 800)

 

Gol della Serie A

Sky ha comprato i diritti sui gol della Serie A in chiaro dalle 18 alle 18,15: Cielo li “sottrae” a 90° Minuto

10 milioni pagati da Sky per i diritti (3,5 a stagione per tre anni).

Era successo già tra il 2005 e il 2008, quando i diritti di “prima trasmissione” dei gol se li aggiudicò Mediaset

 

MOTOMONDIALE

Dal 2014 metà della Moto Gp su Sky in esclusiva, (tolta a Mediaset).

Nel 2002 i diritti erano passati dalla Rai a Mediaset.

 

CHAMPIONS

Dal 2012 al 2015 la Champions League e l’Europa League saranno visibili solo su Sky e Mediaset

Nel 1994 le reti Mediaset trasmettono in esclusiva tutte le partite. La Rai perde i diritti anche sulla finale

 

WIMBLEDON

I match del più importante torneo di tennis del mondo vengono trasmessi da Telepiù (e poi da Sky) a partire dal 1992

 

SEI NAZIONI

Con l’edizione del 2004 La7 diventa la voce ufficiale della nazionale italiana di Rugby, registrando ascolti record. Dal 2011 l’esclusiva passa a Sky.

 

AMERICA’S CUP

Dopo aver raccontato le imprese di Luna Rossa, la Rai perde i diritti Tv, acquisiti da La7 nel 2007

 

Ciclismo

(Repubblica del 20/9/2012)

Dopo calcio, olimpiadi e F.1 la Rai rischia di perdere del tutto anche il Giro d’Italia, ovvero il ciclismo maggiore. Un braccio di ferro furibondo sui diritti in chiaro per la corsa rosa è in atto fra la Rcs, la società che gestisce le più importanti corse nostrane (dal Giro d’Italia alla Tirreno-Adriatico, alla “Sanremo” e “Lombardia”) e l’ente televisivo di stato. Una guerra segnalata da qualche battaglia recente, se è vero che la Rai non era presente a Milano, la settimana scorsa, al vernissage delle squadre azzurre in partenza per i mondiali di Valkenburg. E che non ci sarà il 30 settembre al lancio del Giro d’Italia 2013: cerimonia che quest’anno, stravolgendo una tradizione pluridecennale, si terrà in un orario assolutamente non televisivo, cioè alle 12,30, in un teatro milanese e senza diretta.

Si litiga sui soldi, ovviamente. In Rai vorrebbero dimezzare la cifra complessiva stanziata per questa stagione, secondo alcune voci vicina ai 12 milioni di euro (il contratto scade con il “Lombardia”, proprio prima della presentazione del Giro). Alla Rcs puntano più in alto, ma soprattutto a una gestione degli eventi che risponda di più alle leggi del marketing. Pensano a un prodotto fin qui poco valorizzato e da valorizzare. L’insediamento dello staff di Michele Acquarone alla guida del settore ciclismo, fortemente improntato proprio a una concreta politica di marketing, ne è la prova. Per contro, in Rai, dove la crisi fa sentire il suo peso, l’avvento del governo Monti sta facendo scricchiolare la poltrona di Auro Bulbarelli, vicedirettore in quota Lega, “deus ex machina” della non poco onero – sa trasformazione della rete due digitale nella “casa del ciclismo”. In più, ai grandi investimenti nel settore non farebbe riscontro un audience adeguata, oltre al fatto che ci sarebbe anche chi giudica il prodotto “ciclistico” della Rai piuttosto datato, se non addirittura obsoleto: dirette lunghissime e noiosissime, poco appeal sui giovani.

Mentre la strategia Rcs è chiara: allargare la conoscenza, dunque il “mercato” di prodotti che valgono molto e non rendono in proporzione. Così Acquarone si è spinto perfino oltreoceano alla fiera di Las Vegas per presentare la tappa del Giro 2013 che arriverà in cima al Galibier. Un segnale preciso. Interlocutore di punta in questo momento sarebbe Sky, anche se la tv di Murdoch ha già fatto il pieno di diritti tv e, anzi, qualcosa ha già tagliato. Sarebbero quelli che hanno la tecnologia giusta, l’alta definizione che piace tanto a via Solferino e che la Rai non ha. Ma non è escluso che si posano fare sotto altri offerenti (Mediaset?).

 

In Breve:

La Rai non trasmette: Serie A (diretta), Formula Uno, Motociclismo, Uefa Champions League, Europa League, Basket, Ciclismo (Giro d’Italia)

Trasmette parzialmente: Olimpiadi (200 ore),  Mondiali di Calcio (25 partite su 64 nel 2010. Avvalendosi in questo caso della definizione di “servizio pubblico”, cui sono destinate le trasmissioni di grandi eventi televisivi), gol in chiaro della Serie A (dopo l’accordo che consente a Cielo di trasmettere per prima le reti della massima serie italiana)

 

 

Nell’ultima stagione la Rai pagava circa 36 milioni. Incassava 15 milioni dalla pubblicità “diretta” sui Gran Premi (qui gli ascolti fonte Sipra,  http://www.sipra.it/it/sipra/sport/audienceTvSport/formula1/formulaUno2012.html) e, grazie all’effetto traino sulla programmazione della sua rete ammiraglia, aumentava il proprio share medio di almeno 1 punto percentuale (il cui valore medio è di 25 milioni di euro, stima al ribasso) . La  valorizzazione  totale del prodotto F1 era superiore ai 40 milioni di euro.  L’eventuale “taglio” della F1 dai palinsesti della tv pubblica riguarderebbe dunque un prodotto dal quale la tv pubblico guadagna e tanto. 

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