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Diritti tv Liga: obiettivo 1 mld dai mercati esteri

(di Andrea Ranaldo) – Mentre in Italia tiene banco il dibattito sul nuovo bando per i diritti TV della Serie A (dove la serie A si affida già da diversi anni all’advisor Infront Italy), in Spagna il mercato televisivo è da un paio di stagioni saldamente nelle mani de La Liga, una scelta strategica, che, in pochissimi mesi, ha reso il campionato spagnolo una delle competizioni più appetibili al mondo.

In questo articolo andremo ad analizzare il modello iberico, nella speranza che anche le società italiane possano trovare un accordo che ne replichi il successo commerciale su scala internazionale.

IL REGIO DECRETO-LEGGE 05/2015

La “cura Tebas” (presidente plenipotenziario de La Liga Santander), di cui abbiamo parlato in precedenza (clicca qui per leggere l’articolo —->http://www.sporteconomy.it/la-cura-tebas-bene-al-calcio-spagnolo/), non avrebbe sortito gli stessi effetti se non fosse stata accompagnata dalla grande rivoluzione introdotta dal Regio decreto-legge 05/2015, che ha messo nella mani della LIGA la vendita centralizzata dei diritti televisivi. In precedenza, erano i singoli club a contrattare con i broadcaster la cessione delle proprie partite, con evidenti vantaggi per le grandi di Spagna, ovvero Real Madrid e Barcellona su tutte.
Un modello, quello della vendita individuale, destinato a scomparire presto dall’Europa: gli ultimi due casi sono oggi rappresentati da Portogallo e Cipro.

UNA COMPETIZIONE PIÙ EQUA

Gli obiettivi della LIGA sono essenzialmente due: rendere più competitivo il campionato, ed evitare che i club accumulino troppi debiti, grazie alla distribuzione diretta dei proventi. Real Madrid e Barcellona, inizialmente ostili alla riforma, si sono successivamente accontentati della garanzia di ricevere quantomeno gli stessi introiti televisivi della stagione 2014/2015, l’ultima gestita con i diritti individuali.

La suddivisione, oggi, è così ripartita:

90% alla prima divisione

10% alla seconda divisione

Per la prima divisione:

50% uguale per tutti i club

25% legato al risultati sportivi delle ultime 5 stagioni

25% legato al bacino di utenza

Esiste anche un limite al rapporto tra grandi e piccole settato su 3,5: ciò significa che, al massimo, Real Madrid e Barcellona potranno guadagnare poco più del triplo rispetto, ad esempio, al Las Palmas. Tale “tetto2 è di molto superiore rispetto a Bundesliga (2) e Premier League (addirittura 1,5), ma è inferiore a quello presente in Serie A: se ad oggi, tra Juventus (107,3 milioni di €) e Sassuolo (24,7 milioni di €), parliamo di un rapporto di 4,34, la situazione non cambierà nemmeno con il nuovo bando, le cui stime parlano di una crescita esponenziale per tutte le contendenti, mantenendo di fatto inalterato il divario.

LIGA ALLA CONQUISTA DEL MONDO

Il passaggio dalla vendita individuale a quella collettiva ha dato, fin da subito, risultati positivi. Parliamo di un incremento sul mercato domestico pari al 47%, e di una crescita, su scala internazionale, attestatasi attorno ai 650 milioni di euro a stagione, per un totale, per la stagione 2017/2018, vicino a 1,6 miliardi di euro: esattamente il doppio della cifra raggiunta nel 2014/2015, l’ultima prima del Regio decreto-legge.

Tali numeri hanno permesso alla LIGA di superare la Serie A, e sebbene la Premier League, forte dei suoi quasi 4 miliardi annui, sia un colosso difficile da combattere, Javier Tebas ha ora aperto la procedura per la vendita dei diritti TV in Europa per il triennio 2018/2021: l’obiettivo è ottenere dal solo mercato internazionale 1 miliardo di euro a stagione.

Traguardo ambizioso, ma raggiungibile: se in Italia si parla, in Spagna si fa. E anche molto bene!

 

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