“Disturbare” paga, anzi è sinonimo di difesa della libertà…
Sentenza choc della magistratura italiana a favore di Gabriele Paolini, noto “disturbatore” televisivo onnipresente nelle piazze e nei posti che contano a livello di audience.
Secondo il magistrato le interruzioni di Paolini sono “Espressione di battaglie di alto valore in nome della libertà”.
Ci inchiniamo alla magistratura, e come non potremmo, ma c’è da chiedersi come mai in questo “BelPaese” è tutelato più un “Paolini” (che può oltraggiare chiunque come meglio crede), piuttosto che la categoria dei giornalisti, sempre con lo spauracchio della diffamazione a mezzo stampa (in caso di giudizi o critiche non in linea con il pensiero di soggetti terzi).
E’ questa l’attenzione reale della magistratura italiana al tema della libertà di informazione? Forse ci dobbiamo tutti trasformare in “Paolini” per fare il nostro lavoro senza incorrere in cause o interminabili querelle legali. Forse, alla fine, ha ragione il più noto disturbatore italiano. Fa bene lui, in un Paese senza regole, a farsi le “sue” regole.
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* Direttore Agenzia Stampa Sporteconomy.it
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