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Duccio Fumero (Blogosfere): gli atleti valorizzano le Federazioni

I premi che la Pellegrini chiedeva quest’estate non costavano nulla alla FIN/Coni, perché è denaro che la FIN/Coni ha ricevuto dagli organi internazionali proprio perché la Pellegrini ha vinto medaglie per l’Italia. 
Facciamo l’esempio del rugby. Partecipare al 6 Nazioni vale diversi milioni di euro alla Federazione italiana rugby. I rugbisti azzurri sono tutti professionisti, pagati dai club e con sponsor. Eppure mi sembra giusto che la Fir, che ci guadagna su tantissimo, dia dei gettoni di presenza se vestono la maglia azzurra. Perché è vero che giocare per l’Italia fa crescere il valore dei giocatori, ma è anche vero che giocare in club professionistici li fa crescere e fa dare loro di più in Nazionale. Ripeto, è un tema delicato e difficile. Però se il mio lavoro (Pellegrini o Parisse che sia) fa guadagnare qualcuno (Coni/Fin o Fir) trovo giusto che chi ci guadagna (Coni/Fin o Fir) dia parte degli utili a chi ci ha messo il lavoro (Pellegrini o Parisse)” – lo ha dichiarato a Sporteconomy – Duccio Fumero – blogger e giornalista di Rugby1823.Blogosfere. 

“E un tema delicato e difficile. Personalmente non concordo molto con la vostra posizione, perché se – facciamo l’esempio di Federica Pellegrini – un atleta è professionista e quindi Federazione/Coni non devono dargli soldi, allo stesso modo i “premi” olimpici/mondiali dovrebbero finire direttamente all’atleta. Ricordiamoci che ogni medaglia vale molti soldi per il Coni (motivo per cui è assurdo che sia lo stesso Coni a gestire l’antidoping per gli atleti che gli portano medaglie, cioè denaro contante). Quindi, se la Pellegrini, professionista pagata da privati, vince, perché deve guadagnarci il Coni? E, se il Coni ci guadagna, perché la Pellegrini non deve chiederne una parte di quei soldi?

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Marcel Vulpis

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