Due grandi stadi di calcio (Filadelfia e campo Testaccio) dimenticati
“La gloria la si deve acquistare, l’onore invece basta non perderlo”, sentenziava Schopenhauer. Gloria che trasuda da Campo Testaccio e dallo stadio Filadelfia: sorti negli anni Venti, videro calcare i propri terreni dalla Roma testaccina e dal leggendario Toro che perì nello schianto di Superga. Consegnati all’abbandono, sono ancora oggi alla ricerca di una soluzione definitiva. A Roma sembravano averla trovata nel 2000, quando lo stadio fu riedificato e riprese le attività sportive; a Borgo Filadelfia, invece, si ricordano solo tentativi di recupero falliti da presidenti granata e politici. L’amore dei tifosi – i cosiddetti Pulitori del Fila – ha però strappato il terreno all’incuria e ha fatto si che nel 2011 vedesse la luce la Fondazione Stadio Filadelfia: obiettivo il recupero di questo pezzo di storia granata. Nella capitale, intanto, il consorzio che avrebbe dovuto costruire box sotto lo stadio – nonché ricostruirlo – s’è visto revocare la concessione dall’ex sindaco Gianni Alemanno nel 2012 – pochi mesi dopo l’inizio dei lavori – per presunte inadempienze. Il Consiglio di Stato, però, ha dato ragione al consorzio, che ora chiede nove milioni di danni. Anche qui sono i tifosi e gli abitanti del rione a difendere l’onore di Campo Testaccio: “Il passato non si dimentica”, cantano i tifosi giallorossi. Almeno per loro. (di Diego Angelino) Si torna a parlare di due storici campi di calcio: campo Testaccio (Roma) e Filadelfia (Torino), dimenticati dai media e non solo. Il Venerdì di Repubblica ha raccontato questa storia attraverso la firma del giornalista capitolino Diego Angelino (voce popolare radiofonica).
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