E’ morto Franco Chimenti (presidente FIG). Con la Ryder Cup ha trasformato il golf in un fenomeno mainstream
E’ morto (per un male incurabile) Franco Chimenti (nella foto in primo piano), professore universitario di lungo corso (nato a Napoli 85 anni fa, ma romano d’adozione) da 22 anni alla guida della Federgolf e artefice dell’edizione italiana della “Ryder Cup” (svoltasi, nel 2023, al Golf club Marco Simone di Guidonia), la sfida sul green tra campioni dell’Europa e degli USA. Lo scorso 16 settembre aveva raccolto oltre il 70% dei consensi elettorali e si apprestava a lavorare per un nuovo quadriennio (almeno fino al 2028, in vista dei Giochi estivi di Los Angeles).
Nella sua lunga carriera di dirigente aveva ricoperto anche il ruolo di presidente della S.S. Lazio e della CONI Servizi Spa (oggi Sport e Salute), ma la passione più forte era per il golf. “Grande amico” di Giovanni Malagò (n.1 del CONI), come dallo stesso sottolineato in un recente post su Instagram, era stato il regista, nel 2013, del successo (per alcuni a sorpresa) dell’ex presidente del CC Aniene, quando decise di sfidare Lello Pagnozzi (uomo e segretario generale dell’uscente Gianni Petrucci) alla carica di guida del Comitato Olimpico Nazionale Italiano. Una vittoria difficile che fu resa possibile grazie al tesoretto di voti che portò in dote lo stesso Chimenti, da quel momento vero e proprio mentore di Malagò in tutte le questioni di politica sportiva.
“E’ sempre stato un dreamer e a confermare questa tesi ci fu, anni fa, l’assegnazione, a sorpresa (per molti ma non per lui), dell’organizzazione dell’ultima Ryder Cup (nella foto sopra), trasformando la disciplina del golf in un fenomeno mainstream. Ma al di là dell’amore per questa disciplina profuso in tante iniziative sull’intero territorio, nei suoi 22 anni di presidenza, c’era sempre un grande ascolto e uno stile unico nelle relazioni in seno al mondo dello sport. Più volte ci siamo confrontati su tante tematiche, a carattere sportivo, anche al di fuori dell’ufficio di viale Tiziano 74. Lascia un grande vuoto nel cuore di chi ama lo sport. Se ne va un amico, un grande dirigente, un “signore”…del golf per stile ed educazione” – ha dichiarato Marcel Vulpis, direttore dell’agenzia Sporteconomy.
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