EDITORIALE: Giochi2020 – “Iniziamo a fare le persone serie…”
Ovvero divisioni e partigianerie a priori. Questa volta, però, dobbiamo essere uniti e coesi così come non lo siamo stati in occasione dei Giochi del 2004, persi per mano dei greci (più furbi di noi sicuramente). Vivere in questo Paese è diventato veramente pesante. Si passa sempre per gli stessi errori e per le stesse persone che, al massimo, potrebbero gestire gli affari del proprio condominio e, invece, sono considerati anche manager di valore.
Questo è lo scenario presente. Nel frattempo, sperando che qualcosa cambi (ma ho qualche dubbio) la vittoria del Brasile ci fa capire principalmente due cose: ci vuole grande umiltà (e questa noi italiani ne abbiamo veramente poca, infatti all’estero ci odiano tutti), bisogna anche iniziare a copiare dagli altri (visto che gli "altri" vincono e noi perdiamo costantemente), e poi ci vuole un personaggio che sia condiviso da entrambi gli schieramenti politici. L’unico che ha lo spessore istituzionale e il peso politico per fare da bilancia tra destra, centro e sinistra è il politico GIANNI LETTA.
Solo Letta può essere il "capo" giusto di un Bid tricolore (l’ipotesi Venezia nemmeno la prendo in considerazione) che ambisca a conquistare un posto al sole per il 2020.
L’unica città che ha queste caratteristiche è ROMA (come alternativa c’è Milano, ma ha già il business dell’Expo 2015). Sono passati 50 anni da quell’Olimpiade e potrebbe essere veramente un’occasione irripetibile per ristrutturare tutto il parco dell’impiantistica sportiva capitolina.
Se punteremo su altri uomini e altre città questo BID ha già perso in partenza e noi lo scriviamo con anni di anticipo. Coni avvisato, mezzo salvato!
Non si sono ancora spenti i riflettori sulla vittoria del Brasile per i Giochi estivi del 2002 (contro la "corazzata" Chicago) che in diretta su SkyTgEconomia (dove eravamo ospiti per commentare l’evento) arriva la velina Ansa sull’idea di un Bid Venezia 2020, sponsorizzata dal sindaco Cacciari, dal governatore Galan e dall’economista del PDL Renato Brunetta. La prima cosa che ho pensato è stata: "Ricominciamo con i soliti errori all’italiana".
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