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Editoriale – Il caso SPAL-COVISOC: ‘Il mondo del calcio italiano non vuole proprio evolversi’

La colpa della Spal, nel caso specifico, sarebbe quella, leggete bene, di aver provato a creare nuove attività economiche, che, secondo l’analisi di Sporteconomy (agenzia specializzata in economia dello sport), non violerebbero il disposto del testo legislativo in esame. Anzi è la naturale evoluzione e interpretazione di una norma “vecchia” di 30 anni, che la società biancoceleste di prima divisione Lega Pro (girone “A”) ha saputo interpretare nel modo più moderno possibile, ci permettiamo di far notare. Oggi le società sportive sono SPA non sono strutture dilettantistiche e devono trovare autonomamente le fonti di ricavi per portare avanti l’attività primaria (ovvero la gestione sportiva), che impatta economicamente sull’andamento dell’intera azienda calcio. Dove è, quindi, la colpa di questa società e del suo Presidente? Il futuro della Spal è legato anche alla realizzazione di un progetto fotovoltaico, che dovrà garantire un “autofinanziamento” per il club.

Da oltre un anno, la società spallina sta lavorando a questa soluzione che non ha precedenti in Italia e nel Mondo. Il progetto è basato sulla realizzazione di un parco fotovoltaico alle porte di Ferrara e finalizzato a garantire la stabilità del futuro finanziario del club per i prossimi venticinque anni.

La Spal prima ha ottenuto il diritto di superficie per 25 anni (più altri cinque in opzione) dell’ampia area di una discarica estinta posta nella zona nord di Ferrara, quindi ha studiato insieme al gruppo energetico bresciano Turra la realizzazione di un parco fotovoltaico che, una volta a regime, con i suoi oltre 63 mila pannelli solari svilupperà una potenza di 14 megawatt immettendo nel mercato energia pulita i cui utili appunto resteranno nelle casse del club esclusivamente per la gestione sportiva, indipendentemente da chi ne sarà in futuro il proprietario. L’impianto sarà realizzato dal Gruppo Turra e prevede 50 milioni di euro l’investimento complessivo (che sarà ripagato dall’accesso ai contributi previsti dal Nuovo Conto Energia) con la posa di 63 mila pannelli fotovoltaici collocati su rotor monoassiali.

Un esempio innovativo e apprezzabile di concretezza e responsabilità sociale e ambientale. Produrre energia pulita in ex discariche vuol dire anche non infierire con un consumo aggiuntivo di territorio. 

L’impatto economico di questa operazione influirà positivamente sul futuro aziendale della SPAL calcio, che, potrà, quindi, perseguire il proprio sogno di crescita in ambito sportivo, puntando prima o poi ad entrare nel salotto buono del calcio tricolore.

La COVISOC, pertanto, avrebbe dovuto interpretare in modo più “moderno” questa norma e oggi dovrebbe avere il coraggio (insieme anche alla FIGC) di tornare indietro su questa decisione assurda, che metterebbe a rischio il presente/futuro della SPAL calcio. La società di Lega Pro ha il “diritto” di trovare sul territorio di sviluppare tutte le “attività connesse alla propria gestione sportiva o strumentali alla stessa”, proprio come prevede il disposto legislativo della l.n.91. E’ una colpa in questo Paese voler crescer ed evolversi? Certe volte penso proprio di sì. E’ la ragione per cui, sempre in questo Paese, non nascerà mai uno Steve Jobs, o anche se dovesse nascere, non gli darebbero mai una possibilità per esprimere le proprie idee o sviluppare al meglio la propria creatività.

Come Sporteconomy ci batteremo sempre per queste nuove forme di redditività applicate al calcio, perchè sono il presente e il futuro del nostro sistema sportivo. La crisi è perdurante e le società sportive sono sempre più in affanno. Non vorremmo che un giorno la COVISOC si trovasse a non dover far più deferimenti o controlli, ma solo per una ragione: perchè sono “morti” economicamente tutti i club, asfissiati da regole obsolete o male interpretate dagli organi competenti.  E’ per questo Presidente Cesare Buttelli che siamo e saremo sempre dalla sua parte, perchè a priori siamo come agenzia giornalistica proiettati verso il futuro!

Marcel Vulpis – direttore agenzia Sporteconomy

Torniamo a
parlare di calcio e anche in questo caso l’occhio cade sull’ennesima occasione
persa da parte del mondo del calcio italiano di evolversi. Nei giorni scorsi
infatti la Spal
e il suo management sono stati deferiti, su segnalazione della COVISOC, per
violazione dell’art.10 comma 2 della legge n.91 del 1981. Questo l’antefatto e
siccome siamo molto curiosi abbiamo letto con attenzione cosa prevede questo
articolo di legge. Una legge, è bene ricordarlo, datata oltre 30 anni e già
questo dovrebbe mettere in allerta chi ci legge quotidianamente.

L’articolo
nel caso specifico prevede quanto segue:

Art. 10 – Costituzione
e affiliazione

Possono
stipulare contratti con atleti professionisti solo società sportive costituite
nella forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata. In
deroga all’art.2477 del codice civile è in ogni caso obbligatoria per le
società professionistiche la nomina del collegio sindacale. L’atto costitutivo
deve prevedere che la società possa svolgere esclusivamente attività sportive
ed attività ad esse connesse o strumentali; L’atto costitutivo deve prevedere
che una quota parte degli utili, non inferiore al 10 per cento, sia destinata a
scuole giovanili di addestramento e formazione tecnico-sportiva.

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Marcel Vulpis

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