Editoriale – Il caso SPAL-COVISOC: ‘Il mondo del calcio italiano non vuole proprio evolversi’
La colpa della Spal, nel caso specifico, sarebbe quella, leggete bene, di aver provato a creare nuove attività economiche, che, secondo l’analisi di Sporteconomy (agenzia specializzata in economia dello sport), non violerebbero il disposto del testo legislativo in esame. Anzi è la naturale evoluzione e interpretazione di una norma “vecchia” di 30 anni, che la società biancoceleste di prima divisione Lega Pro (girone “A”) ha saputo interpretare nel modo più moderno possibile, ci permettiamo di far notare. Oggi le società sportive sono SPA non sono strutture dilettantistiche e devono trovare autonomamente le fonti di ricavi per portare avanti l’attività primaria (ovvero la gestione sportiva), che impatta economicamente sull’andamento dell’intera azienda calcio. Dove è, quindi, la colpa di questa società e del suo Presidente? Il futuro della Spal è legato anche alla realizzazione di un progetto fotovoltaico, che dovrà garantire un “autofinanziamento” per il club.
Da oltre un anno, la società spallina sta lavorando a questa soluzione che non ha precedenti in Italia e nel Mondo. Il progetto è basato sulla realizzazione di un parco fotovoltaico alle porte di Ferrara e finalizzato a garantire la stabilità del futuro finanziario del club per i prossimi venticinque anni.
Un esempio innovativo e apprezzabile di concretezza e responsabilità sociale e ambientale. Produrre energia pulita in ex discariche vuol dire anche non infierire con un consumo aggiuntivo di territorio.
L’impatto economico di questa operazione influirà positivamente sul futuro aziendale della SPAL calcio, che, potrà, quindi, perseguire il proprio sogno di crescita in ambito sportivo, puntando prima o poi ad entrare nel salotto buono del calcio tricolore.
Come Sporteconomy ci batteremo sempre per queste nuove forme di redditività applicate al calcio, perchè sono il presente e il futuro del nostro sistema sportivo. La crisi è perdurante e le società sportive sono sempre più in affanno. Non vorremmo che un giorno
Marcel Vulpis – direttore agenzia Sporteconomy
Torniamo a
parlare di calcio e anche in questo caso l’occhio cade sull’ennesima occasione
persa da parte del mondo del calcio italiano di evolversi. Nei giorni scorsi
infatti
e il suo management sono stati deferiti, su segnalazione della COVISOC, per
violazione dell’art.10 comma 2 della legge n.91 del 1981. Questo l’antefatto e
siccome siamo molto curiosi abbiamo letto con attenzione cosa prevede questo
articolo di legge. Una legge, è bene ricordarlo, datata oltre 30 anni e già
questo dovrebbe mettere in allerta chi ci legge quotidianamente.
L’articolo
nel caso specifico prevede quanto segue:
Art. 10 – Costituzione
e affiliazione
Possono
stipulare contratti con atleti professionisti solo società sportive costituite
nella forma di società per azioni o di società a responsabilità limitata. In
deroga all’art.2477 del codice civile è in ogni caso obbligatoria per le
società professionistiche la nomina del collegio sindacale. L’atto costitutivo
deve prevedere che la società possa svolgere esclusivamente attività sportive
ed attività ad esse connesse o strumentali; L’atto costitutivo deve prevedere
che una quota parte degli utili, non inferiore al 10 per cento, sia destinata a
scuole giovanili di addestramento e formazione tecnico-sportiva.
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