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Editoriale – Katidis e il saluto nazista: un gesto infame. Giusta la radiazione dalla Nazionale greca.

Come agenzia Sporteconomy ribadiamo ancora una volta due concetti: i calciatori come gli allenatori sono dei modelli per i giovani e in alcun modo devono portare la politica nella loro attività agonistica, così come non devono in alcun modo fare apologia del fascismo o del nazismo. Chi non lo capisce è giusto che non giochi più. Katidis sta pagando amaramente la sua “bravata”, ma è anche vero che ci troviamo di fronte ad un professionista, che non può salvarsi dalla squalifica con un banale “non sapevo”. Se giochi in serie A e hai un contratto da giocatore di calcio professionista devi conoscere perfettamente ciò che stai facendo, sul campo e al di fuori del rettangolo di gioco. Katidis paga non solo per il gesto in sè, ma anche perchè ridurre il tutto ad una bravata sarebbe persino più pericoloso. Finisce come era giusto che finisse: con la radiazione dalla nazionale greca. E’ quanto è accaduto a Katidis, centrocampista dell’AEK (prima divisione del calcio ellenico), dopo aver salutato i tifosi gialloneri con la mano alzata (tipico saluto della Germania nazista) al termine di una azione di gioco culminata con la rete. La federcalcio greca non ha potuto giustificarlo, nonostante che il 20enne calciatore abbia dichiarato di “non conoscere” il significato di quel gesto atipico di esultanza. 

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Marcel Vulpis

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