Editoriale – La crisi influirà sul buon esito dell’operazione ROMA2020
Questa premessa di macro-politica/economia, a livello domestico e internazionale, è fondamentale per contestualizzare lo sviluppo del progetto di ROMA2020, la candidate-city italiana (nella foto Mezzelani-GMT l’immagine dello stadio Olimpico di Roma), che ha la corretta e sana ambizione, come Madrid, Istanbul, Tokyo, e magari domani Parigi e Durban (e perchè no anche una rivale americana), di giocarsela, nel settembre 2013, a Buenos Aires per l’assegnazione dei Giochi estivi del 2020.
Leggendo gli articoli sulla manovra finanziaria degli ultimi giorni quello che appare chiara è l’immagine di un Paese (l’Italia) sull’orlo del precipizio. Ormai si cerca di attivare strumenti più di breve, che di medio-lungo respiro. Si parla di contributi di solidarietà (tra l’altro non per tutti, come nel caso dei calciatori), di aumento dell’Iva e così via. L’obiettivo è tamponare, ormai è chiaro, in attesa di capire se rimanere o uscire da Eurolandia (attaccata da oltre due anni dalla solita “cricca” degli speculatori internazionali). Dopo averci imbonito e magnificato, durante il governo Prodi, sull’importanza di entrare nell’Euro, adesso sembra quasi che ci sia una corsa ad uscirne, chi prima, chi dopo. Chi “spintaneamente” (come la Grecia e il Portogallo), chi spontaneamente, come nel caso della Francia che promette di abbandonare Eurolandia per il 2012.
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