Serie A - Serie B

Editoriale – La Lega calcio intervenga sul caso Gallipoli

Giuseppe Giannini, ha spiegato in una conferenza stampa i motivi delle dimissioni da tecnico del Gallipoli: "Non ci sono più i presupposti per allenare. Ieri la società ha comunicato ai giocatori che non avrebbe pagato loro gli stipendi. Questa notizia ha scoraggiato e buttato giù i ragazzi, che non ricevono gli stipendi da 5 mesi e che arrivano a fatica a comprarsi gli alimenti. Non posso chiedere a questi uomini di concentrarsi per preparare la partita se non riescono a mangiare. Non stiamo parlando di uno solo ma di diversi giocatori. E’ bene che la gente sappia che in trasferta siamo costretti a pagarci la cena all’autogrill di tasca nostra. Non si può allenare in queste condizioni. Mi devo fare da parte perché la mia figura era usata come parafulmine dalla società e non voglio coprire o passare, per colui che nasconde le mancanze gravi della società, lo faccio per i ragazzi che non possono mangiare. Le cose che ho visto qui non le ho mai vissute in 30 anni di calcio. Escludo categoricamente che anche se la situazione dovesse cambiare io tornerò indietro nella mia decisione".

L’allenatore si era già dimesso una prima volta lo scorso 8 febbraio, dopo il 2-2 in casa con il Grosseto, nella partita segnata dalla singolare provocazione della squadra: i giocatori per circa mezzo minuto erano rimasti fermi in campo dopo il fischio d’inizio, voltando le spalle alla tribuna mentre il Grosseto palleggiava nella propria metà campo. Dopo i gol, i giocatori mostrarono una maglia con la scritta "capisc", un evidente segnale lanciato alla società. Giannini, d’altra parte, dopo aver vinto lo scorso campionato di Prima Divisione, aveva divorziato in estate dal Gallipoli, salvo tornare sui propri passi ed accettare di restare in panchina anche tra i cadetti dopo aver ricevuto rassicurazioni sull’allestimento dell’organico. 

Abbiamo letto in queste ultime ore il duro j’accuse di Giuseppe Giannini, ex allenatore del Gallipoli calcio (da quest’anno in serie B). Si parla di almeno 5 stipendi non pagati, ma soprattutto di tesserati non alimentati a dovere e costretti a pagarsi i pasti all’Autogrill. Chiediamo alla Lega calcio che venga attivata una commissione d’inchiesta per avere conferma o meno delle dure accuse di Giannini nei confronti della struttura pugliese. Non possiamo immaginare che in una società della seconda divisione del nostro Paese possano accadere cose di questa gravità. La Lega deve intervenire e comminare immediatamente (se le parole di Giannini rispondono al vero) una durissima squalifica al club (reo, eventualmente, anche di maltrattamenti). Di seguito l’intervento dell’ex giocatore della A.s.Roma. 

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