Motori

Editoriale – La scelta non proprio vincente delle pay-tv per il prodotto motomondiale. Ascolti in calo nella classe regina del motociclismo.

Il GP del Qatar è stato trasmesso in chiaro su “Cielo”, mentre Austin è stata la prima gara a essere visibile in diretta solo su Sky. I dati degli ascolti, si legge su GPONE, riportano una media di 833.370 spettatori complessivi e 1.511.091 spettatori unici. Per avere un confronto, la scorsa stagione per il GP del Texas Mediaset registrò 3.420.000 spettatori con una share del 13,50%, contro il 3,04% di questo fine settimana.
La prima, prevedibile conseguenza del passaggio al servizio a pagamento è stato il calo degli ascolti. E non solo in Italia. In Spagna, per il GP del Qatar, gli spettatori sulla piattaforma a pagamento Movistar sono stati 400 mila, a cui vanno aggiunti 1.762.000 che l’hanno guardato in differita su Telecinco, nel 2013 furono 4.511.000.
Problemi anche e soprattutto nel settore delle sponsorship, perché le aziende partner delle case costruttrici stanno chiedendo un riadeguamento dei contratti di partenariato, proprio alla luce del cambio di strategia degli organizzatori iberici della Dorna, passati senza mezze misure sulle piattaforme a pagamento, sia in Italia, sia in Spagna. Un conto per le aziende sponsor è poter contare su milioni di tv-viewers, un altro invece è  offrire a queste ultime solo poche centinaia di migliaia di contatti tv. Il dado è stato tratto e chiaramente non sarà facile tornare indietro, però è chiaro che questo radicale stravolgimento della strategia di messa in onda potrebbe creare molti più problemi di quanto gli stessi patron del motomondiale avrebbero mai potuto immaginare il giorno della firma del contratto pluriennale con SKY. C’è poi il “cameo” della sponsorizzazione milionaria del team VR-46 di proprietà di Valentino Rossi. 
Una scuderia che si avvale della partnership tecnica della KTM e di un binomio di giovani talenti provenienti, guarda caso dal TEAM ITALIA della Federmoto, che, in modo molto “signorile”, ha fatto buon viso a questa situazione di iniziale imbarazzo (un team privato, quello di Rossi, che fa da chioccia a talenti tricolori, pur in presenza di un progetto analogo, e precedente allo SKY-VR 46, targato Federmoto). Il “Dottore” ancora una volta non ha saputo fare “sistema”, continuando su un posizionamento un po’ troppo da prima donna, per non dire “narcisista”, che ha sempre contraddistinto la sua pluriennale carriera sportiva. Centauro o scopritore di talenti, comunque, ad emergere su stampa e tv è sempre il suo nome, e SKY, se non fosse per le immagini della carena nera brandizzata con il logo in blu, non riuscrebbe ad emergere in termini di exposure, come desidererebbe realmente. 

Ormai il Motomondiale è sempre più nel segno delle pay-tv. Un prodotto sicuramente di qualità, ma i dati d’ascolto non stanno premiando le reti che hanno deciso di scommettere sulla MotoGP. 

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Marcel Vulpis

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