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Editoriale – Maggiore razionalizzazione dei fondi erogati agli enti di promozione. Quando gli Stati Generali dello Sport?

Come facemmo notare in un nostro editoriale di alcuni mesi fa al presidente del CONI, Giovanni Malagò (nella foto durante una presenza tv a Ballarò), anche nell’universo degli EPS c’è da mettere mano e velocemente. Se, correttamente, Malagò chiede numi ai presidenti delle Federazioni di come spendono i soldi, altrettanto correttamente c’è da entrare di testa (anzi con la testa) nella “galassia” EPS, che riceve contributi CONI, ergo soldi pubblici (lo ricordo e lo sottolineo sempre perché qualcuno, senza fare nomi, negli anni passati appena arrivavano i fondi dal Governo, pensava, un secondo dopo, che fossero propri). Già nel servizio di REPORT, dello scorso 5 maggio, dove è stato intervistato lo stesso Malagò, si è accesa la “lampadina” dei riflettori sugli EPS. 
Come sottolinea correttamente Barbaro (e se lo dice un presidente di un ente di promozione sportiva c’è da credergli – perché lo dice anche contro i propri interessi) forse 15 enti sono troppi, soprattutto, se fanno tutti la stessa cosa. L’unica differenza? La matrice valorial-politica che ha portato alla loro nascita e diffusione sui territori. E già il fatto che la “politica” sia il punto di incontro di tanti associati ci inquieta. 
La politica nello sport non dovrebbe proprio entrare (anche se poi tutta questa autonomia dello sport rispetto alla politica è la più grande barzelletta che sia mai girata nel nostro paese). 
Ci si dichiara “autonomi”, ma senza i 417 mln di euro provenienti da mano pubblica si fermerebbe tutto il giocattolo dello sport tricolore. Questo per la cronaca. Li prendeva Pescante, zitto e muto, ha continuato a prenderli Petrucci e anche oggi Malagò non li rifiuta. Ma anche se avesse vinto Pagnozzi su Malagò certamente non li avrebbe rispediti al mittente sdegnato. 
Lo sport è associazionismo allo stato puro, con tutta una serie di finalità che non hanno a che fare in alcun modo con la politica. 
E’ un sistema, pertanto, nel suo complesso, tutto da rifondare. Sono 15 enti delegati tutti a fare le stesse cose, senza distinzione tra l’uno e l’altro, diventando di fatto dei ricettori di denaro pubblico a vario titolo. Il problema è che se nessuno ci metterà la mano (e qui parlo al presidente Malagò) questo enorme flusso di denaro pubblico continuerà a finire in queste casse senza che nessuno decida mai di regolare e razionalizzare il sistema stesso. 
Il CONI non può essere l’ente che spedisce solo il bonifico, ma l’ente che controlla passo dopo passo come vengono spesi i soldi finiti nelle casse degli EPS. Servirebbe la figura di un “ispettore CONI” specializzato, in attesa di una riforma sostanziale del settore, nel controllo della spesa di questi contributi CONI. 
Vediamo in giro troppi eventi inutili, ma, soprattutto, non si capisce spesso, qual è il risultato finale raggiunto attraverso le attività degli EPS (si parla tanto di ritardo nell’alfabetizzazione motoria dei giovani che fanno sport nel nostro paese. Ma come è possibile visto che abbiamo 15 enti di promozione sportiva attivi da decenni?). Ci piacerebbe che qualcuno ce lo spiegasse, magari. Perché lo ricordo e lo risottolineo: sono soldi pubblici e non privati. Senza i contributi CONI la stragrande maggioranza degli EPS chiuderebbe battenti, a conferma del fatto, che non sono assolutamente autonomi e capaci di muoversi sul mercato reperendo soldi da privati per le loro attività. 
Ecco perché sono d’accordo con alcuni passaggi della lettera di Barbaro e lo diciamo non per appartenenza o amicizia, ma perché di fronte alla cruda realtà bisogna prenderne atto e intervenire. Quel decisionismo “renziano” cui ci stiamo abituando tutti in politica, nello sport purtroppo tarda ancora ad arrivare, perché è chiaro che questi 15 presidenti di EPS sono anche “grandi elettori” per le future elezioni del nuovo presidente del CONI post RIO2016. 
Riuscirà, quindi, Malagò a modificare il sistema elettorale per la nomina del numero uno del CONI (aprendo al maggior numero di elettori)? Non lo sappiamo, anche se continueremo fino al giorno delle votazioni a ricordarglielo che faceva parte del suo programma elettorale (l’abbiamo ancora sulla libreria della nostra agenzia in bella mostra).
Certamente prima bisogna dare vita ad una settimana di dibattito e di rilancio del sistema sportivo nazionale. Come agenzia di poltica ed economia dello sport lo chiediamo a gran voce. 
Gli “Stati Generali dello Sport”, tanto per intenderci. E chi meglio del presidente del CONI può dare vita a questa settimana di lavori, da cui uscire con un nuovo modello di sport, in linea anche con le norme di spending review imposte dalla nuova politica italiana? Aspettiamo anche questa volta risposte, magari prima delle vacanze estive. 
Ecco una sintesi dei passi più significativi della lettera j’accuse del presidente ASI Barbaro. 
1. Dare nuova linfa al ruolo della promozione sportiva e reimpostare i rapporti con tutti gli attori del mondo sportivo, comprese le Fsn
2.  Commisurare il sostegno pubblico, di cui anche gli Eps beneficiano, alla loro reale attività e funzionalità sociale.
Per completare un progetto di risanamento del sistema, che prenda le mosse dal particolare per arrivare al generale, occorre anche scardinare la logica dei numeri. l registro delle ASD tenuto dal Coni è diventato un termometro importante dello stato di salute del volontariato sportivo. I dati ci dicono che:
 
1.   Più del 60% delle ASD iscritte a tale registro è riconducibile agli EPS
2.   Una percentuale di queste associazioni iscritte, in una misura di poco inferiore al 50%, pratica attività in contrasto con le discipline ufficiali. Si tratta quindi di migliaia di sodalizi.
 
Sono numeri inquietanti, sulla base dei quali vengono erogati contributi pubblici e sulla base dei quali, di conseguenza, rischiano di configurarsi profili di illiceità e un danno erariale. Bene farebbe il Coni ad affrontare con doveroso rigore il problema, evitando che le risorse pubbliche possano venire sperperate e/o erroneamente impiegate.
Non si vuole mettere in discussione il dettato costituzionale della libertà di associazionismo: è sacrosanto e deve essere tutelato. È altrettanto doveroso, tuttavia, impedire che queste cifre producano una distorsione del sistema sportivo, concorrendo a determinare l’erogazione da parte del Comitato Olimpico di contributi falsati. Massima libertà a queste associazioni, ma al di fuori del sistema sportivo, o quantomeno in maniera corretta e trasparente all’interno di questo Link

Farà parlare (tra addetti ai lavori e non solo) la “lettera aperta” di Claudio Barbaro, sparata nel sistema sportivo italiano in qualità di presidente di un ente di promozione sportiva, l’ASI. Una lettera che può sembrare, ad una prima lettura, un invito a “spaccare” il sistema, ma che, invece, è finalizzata ad aprire un dibattito all’interno del variegato mondo degli Enti di promozione sportiva (EPS), nei rapporti con le Federazioni, e, soprattutto, con il CONI, “casa madre”, appunto, del sistema sportivo nella sua totalità.

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