Editoriale – Pallotta sul WSJ, ma i sogni di grandezza dipendono tutti dal futuro del sindaco Marino

Il quotidiano americano, sul suo portale web, ha definito Pallotta lo “zar” americano del calcio capitolino. L’imprenditore americano ed i suoi soci consegneranno a breve nelle mani del sindaco di Roma, Ignazio Marino, il piano di sostenibilità (a partire dalla leva finanziaria). Da quel momento Marino avrà 90 giorni di tempo per sciogliere la “riserva” in un senso o nell’altro. Ma a remare contro Pallotta è come al solito in Italia, la politica. Già da alcune settimane “radio-Campidoglio” parla di un sindaco lasciato sempre più solo dai vertici romani/nazionali del Partito Democratico. Lo stesso partito, che, attraverso una intuizione politica di Goffredo Bettini (in questi giorni impegnato come candidato alle Europee del 25 maggio), aveva portato l’ex chirurgo ligure sulla poltrona dell’aula Giulio Cesare, come segno di totale “discontinuità politica”. Se ciò avvenisse sarebbe un totale flop per il centro-sinistra, visto che lo stesso Marino aveva superato al ballottaggio il sindaco uscente Gianni Alemanno (anch’egli impegnato al Sud in queste ore per AN-Fratelli d’Italia per un seggio a Bruxelles), per 60 a 40, rifiutando persino la mano, sempre nel segno della discontinuità, dell’imprenditore romano Alfio Marchini (che aveva raggiunto circa il 10 per cento dei consensi). In caso di caduta del primo cittadino, si aprirebbero delle vere e proprie autostrade per il centro-destra. Ed a conferma di diversi movimenti tra le forze politiche in campo a Roma, si parla anche di un asse SEL-Alfio Marchini, confermando di fatto le radici di ultra-sinistra, dello stesso, che, in una prima fase, invece, si era presentato ai romani come l’uomo del cambiamento politico trasversale. Sempre in queste ore Giovanna Marchese Bellaroto, che, lo scorso 15 marzo ha fondato un movimento politico ribattezzato “Noi Siamo l’Italia” ha dichiarato che lo stadio futuro dell’AS Roma è un’opportunità economia per la città, ma il tutto deve avvenire coinvolgendo i diversi settori della collettività capitolina, non imponendo sul territorio un “meteorite”, con tutti gli effetti negativi del caso.
Tornando a Marino si parla di un sindaco sempre più senza alleati interni allo stesso PD. Se queste voci dovessero essere confermate, per settembre/ottobre si potrebbe assistere ad un vero e proprio ribaltone. In questo caso il progetto di Pallotta dovrebbe attendere la proclamazione del nuovo sindaco e di tutto ciò che ne consegue (giunta e consiglio comunale). Pallotta sogna in grande, giustamente, ma il problema è che (forse) ha sbagliato paese per cullare questi sogni di gloria.
Permangono comunque su questo progetto diversi dubbi: il principale è che tra stadio ed infrastrutture (strade, varianti, fogne, ecc.) costerebbe 1 miliardo di euro, totalmente coperto da investitori privati. Idea da illuminati, peccato però che al mondo non esista uno stadio con questo costo finanziato dalla mano privata. Anche su questo, post via libera di Marino o del suo successore, ci sarà da riflettere e tanto, perchè la conferenza stampa (molto in perfetto stile stelle e strisce) non ha fugato assolutamente questi dubbi tra gli operatori del settore. 
James Pallotta, patron della AS Roma sogna in grande e lo fa direttamente in una intervista sul Wall Street Journal, il quotidiano della City finanziaria di New York. Secondo il numero uno giallorosso, la società di Trigoria arriverà a valere mezzo miliardo di euro di valore, grazie al nuovo stadio (basato a Tor di Valle nei disegni degli americani e della Parsitalia di Luca Parnasi). Un dato economico che ha fatto sobbalzare molti addetti ai lavori italiani visto che attualmente la capitalizzazione di Borsa del brand giallorosso è di poco superiore a 120 milioni. 
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Marcel Vulpis

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