Editoriale – Per Giuliano Razzoli ci sarà la corsa delle aziende…
E’ quello che succederà presumibilmente a Giuliano Razzoli, già ribattezzato il nuovo "Alberto Tomba" dello sci alpino. L’unico oro azzurro a Vancuouver 2010 diventerà il centro dell’interesse di molte aziende interessate al target e al prodotto neve. Kinder-Ferrero (in pole position per prenderlo come testimonial) e San Carlo saranno presumibilmente le prime a fargli la "corte", ma non è detto che alla fine un Parmigiano Reggiano o persino una Barilla (per l’azienda alimentare sarebbe un clamoroso ritorno dopo essersi legata proprio a Tomba) possano decidere di fare l’offerta che non ti aspetti.
Molti stanno già chiedendosi quanto vale Razzoli oggi sotto il profilo sponsorizzativo. Da Parmigiano Reggiano incassava una cifra vicina ai 50 mila euro su base annua. Adesso può puntare sicuramente a 200 mila euro stagionali, anche perchè è l’unico oro azzurro di Vancouver, quindi è ancora più pregiato per la mancanza di concorrenti diretti sul mercato dello sponsoring. Potrebbe persino superare i 300 mila euro nella migliore delle ipotesi, poi però l’azienda sponsor deve investire in comunicazione, perchè Razzoli è simpatico, ma non "buca" come Alberto Tomba (questo è giusto dirlo). Non basta apporre un marchio su un cappellino o su un casco per fare dell’atleta un soggetto impattante a livello comunicazionale.
Il 22enne atleta italiano ha quindi la possibilità di cambiare radicalmente il suo valore commerciale, speriamo solo che non venga "succhiato" dalla televisione modificando quello che è il suo posizionamento attuale: è un atleta e deve fare l’atleta.
Deve sicuramente affidarsi a una struttura di management seria, ma non deve iniziare a fare la "trottola" tra serate in discoteca e comparsate varie in tv (a parte quelle tradizionali post vittoria olimpica). Dopo, spenti i riflettori, si concentri sulla sua professione. Ha davanti diverse edizioni mondiali e l’Olimpiade di Sochi 2014 (dove potersi confermare alla pari di Alberto Tomba).
Razzoli, quindi, come il grande Alberto nazionale? Non lo sappiamo, forse è ancora troppo presto per dirlo. Lo vedremo sicuramente nella prossima stagione. Le potenzialità e le caratteristiche tecniche ci sono tutte, ma "perdersi" è un attimo. Che la FISI e il Coni tuteli questo patrimonio sportivo nazionale, che abbiamo scoperto ieri sulle nevi canadesi.
Perchè di "flop" ne abbiamo visti fin troppi in questa Olimpiade (in diverse discipline e a supporto di diversi atleti che si ritengono campioni solo perchè hanno un manager) e anche i giornali/media non inizino a mettere pressione a questo atleta, che, ricordiamo, ha appena 25 anni.
Non facciamo gli stessi errori che il movimento azzurro ha fatto con Giorgio Rocca, costretto a Torino2006 a salvare la faccia dello sci alpino (e infatti alla fine uscì per troppa pressione). Per la cronaca a Torino fu utilizzato come apripista dello sciagurato slalom di Giorgio Rocca.
La FISI (ieri il presidente Morzenti era felice come un bambino, ma riderei poco guardando l’analisi globale della spedizione dello sci azzurro), il Coni, l’Italia non possono pensare sempre di "nascondersi" dietro la vittoria di un fenomeno. Il termine fenomeno conferma appunto l’eccezionalità di una persona, ma non è il simbolo di un movimento.
Anche a Londra stiamo portando una marea di atleti vecchi, iper medagliati, ma vecchi. In anticipo di due anni facciamo notare a Gianni Petrucci (il numero uno del Coni) che anche lì rischiamo di fare un nuovo flop estivo. Non possiamo continuare a sperare che gli eroi di un tempo (penso solo alla Sensini o alla Idem o alla Vezzali) facciano i miracoli ancora una volta. E’ un modo di pensare che potevamo avere negli anni ’60 non nel 2010.
Vogliamo alle Olimpiadi solo atleti giovani, come Razzoli negli sport invernali. Loro rappresentano un movimento sportivo nazionale che si rinnova. Altrimenti anche a Londra il nostro medagliere piangerà pesantemente. E sempre in anticipo di due anni facciamo notare che il Coni inglese (il BOA) farà razzia di medaglie, perchè ha fatto una politica vincente in questi ultimi 8 anni. Una politica di programmazione in tutte le discipline, ma anche questo i nostri media nemmeno lo sanno, perchè rincorrono gli ori del momento, ma non la filosofia che c’è dietro una vittoria.
E’ una legge di mercato che quanto più una risorsa è difficile da trovare sul mercato tanto più vale. E’ il caso delle medaglie d’oro di Vancouver della nostra spedizione azzurra. Chi vince l’oro (come nel caso di Giuliano Razzoli – nella foto) diventa un personaggio a priori e le agenzie di pubblicità, centri media, aziende sponsor e network tv fanno a gara per legarsi alla sua immagine e sfruttarlo a livello pubblicitario.
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