Esclusiva – Fabris (Lega Volley serie A femminile): ‘Nonostante la crisi possiamo continuare a crescere..’
D: Presidente, quali sono i numeri della Lega volley serie A femminile?
R: Riconfermiamo le 12 società iscritte al campionato di A1, e le 14 di A2. Questo, mi creda, considerati i tempi che stiamo vivendo, è un grandissimo risultato. E’ la prima volta, tra l’altro, che le cinque società neo-promosse confermano l’iscrizione al campionato. Chi, per esempio, ha conquistato la A2 deve giocare in impianti con capienza non inferiore ai 600 posti e presentare un fondo di garanzia pari a 40 mila euro (salgono fino a 70 mila euro se si sale di categoria, in A1 – nda). Le nostre società stanno crescendo sia a livello agonistico, ma anche sotto il profilo organizzativo e finanziario. Non ci troviamo di fronte a meteore, ma a realtà aziendali, quale che sia la dimensione del territorio, totalmente sane. Non ci dimentichiamo che, negli ultimi 5 anni, circa una trentina di club non si sono iscritti per l’assenza di alcuni requisiti fondamentali. Ho ancora in mente il caso dell’Aprilia volley, che tre anni fa passò dalla B alla A2 e vinse successivamente la promozione in A1. Fu sanzionata perchè fu il primo caso di doping amministrativo ed è stato corretto applicare quelle sanzioni.
D: Siete stati quindi i primi ad applicare le regole del fair play finanziario che vuole lanciare nel calcio Michel Platini (presidente dell’Uefa)?
R: Sì, assolutamente. Ma anche perchè non c’è altra strada alternativa praticabile. O si seguono le regole e si cresce, o non si seguono e si esce dal mondo dello sport. Il nostro obiettivo è poter contare su strutture, su società sane e gli aspetti di bilancio pesano sempre di piu’, soprattutto in una fase di recessione economica. Come Lega non possiamo tornare indietro. E’ l’unica via da seguire e noi come movimento lo stiamo facendo già da alcune stagioni e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
D: All’estero però ci sono Leghe volley che presentano club con budget faraonici.
R: E’ vero, ma parliamo anche di economie più giovani e in crescita, non mature come quella italiana. Mi deve credere, però, se le dico che, nonostante la crisi, le nostre squadre sono al top in ambito continentale. Abbiamo avuto 3 squadre su 8 nella fase finale di Champions di quest’anno e solo alcune regole internazionali da rivedere non ci hanno consentito di vedere una finale ancora più tricolore. Nella CEV (l’equivalente della Europa league del calcio) la Yamamay ha superato i turchi del Galatasaray. Il nostro campionato rimane la serie più interessante per il più alto livello medio. In Turchia ci sono due/tre club sopra tutti, ma poi il livello medio è molto più basso e lo stesso accade in altre leghe come quella francese, per esempio.
D: Qual è la maggiore area di ricavo nel campionato di A1 femminile?
R: Fino ad oggi le sponsorizzazioni hanno pesato per il 90%, diritti tv e biglietteria per il restante 10%.
D: Rispetto a questa “fotografia” che cambiamenti volete apportare nei prossimi anni?
R: Vogliamo assolutamente arrivare a un maggiore equilibrio tra le tre aree di ricavi, con l’idea, neppure tanto impossibile in un prossimo futuro, di far scendere le sponsorship al 50%.
D: Come è possibile arrivare a questo traguardo?
R: E’ importante fare una premessa. Non esiste più nel volley femminile la figura dello “sponsor-mecenate”, come avveniva fino a 10-20 anni fa. Stanno crescendo, invece, le figure di aziende partner che utilizzano il volley femminile come una piattaforma di comunicazione alternativa rispetto a quella tradizionale (come, per esempio, la pubblicità sulla stampa o in tv).
Tre casi per tutti: Yamamay a Busto Arsizio, Nordmeccanica group a Piacenza, Carnaghi a Villa Cortese (vicino Busto Arsizio). Il presidente di Nord Meccanica, leader nella produzione di macchine per il packaging, nasce a Piacenza, ma si è allargato fino a Shanghai in Cina, dove ha altri stabilimenti. E’ interessante notare come questa azienda tricolore investa nel volley nel territorio di riferimento, ma anche a Shanghai dove sponsorizza la locale società di volley femminile. In sintesi, oggi gli sponsor del volley femminile non cercano più la mera visibilità in campo, ma momenti di marketing relazionale per fare business o crearne di nuovi.
D: Ci spieghi meglio questo concetto.
R: Un ulteriore momento di novità è stato l’ingresso del marchio MasterGroup (concessionaria in ambito pubblicitario), già presente nel rugby e nel calcio, che ha capito le potenzialità di questa nostra piattaforma di comunicazione sportiva. Oggi supporta molti sponsor dei club di A1 nella gestione e organizzazione di eventi per gli ospiti degli sponsor (a partire dall’hospitality nei palazzotti).
D: Qual è, però, il punto di debolezza del movimento femminile?
R: Ancora una volta è il tema dell’impiantistica sportiva. Potremmo fare molto di più sia come Lega che come club, ma, in molti casi, abbiamo delle emergenze strutturali di difficile soluzione.
D: Quindi lei è favorevole all’approvazione del disegno di legge Lolli-Butti attualmente alla Camera, che dovrebbe favorire lo sviluppo dell’impiantistica in Italia?
R: Certo, sarebbe un incredibile acceleratore. Ma le dico anche di piu’. Abbiamo un mondiale di volley femminile in Italia tra appena due anni (nel 2014). Poteva essere una grande opportunità per rilanciare l’impiantistica di volley del Paese e, invece, l’abbiamo persa, come tante altre nel calcio. E’ il tallone d’achille di questo Paese se parliamo di sport. Eppure il volley ne avrebbe un beneficio immediato. Siamo lo sport con il maggiore numero di tesserati dietro il calcio e il primo sport se parliamo del target “famiglia”.
D: Quale è la media spettatori in A1?
R: Circa 2 mila presenze, ma in occasione dei grandi match abbiamo superato anche il numero di paganti di molti stadi di calcio (se il raffronto riguarda partite di pallone non di cartello, nda).
D: E sul fronte dei diritti televisivi?
R: Siamo alla firma con la RAI. Si occuperà della produzione delle partite del campionato ed è previsto anche un cachet economico. E’ un grande risultato per i nostri club. Accanto a questo accordo stiamo sviluppando, a livello di web, il rapporto con Sportube.tv, dove è possibile seguire in streaming tutte le partite del campionato di A1 e A2. L’obiettivo è valorizzare questo diritto e trasformarlo in una prossima fonte di ricavi, soprattutto se pensiamo ai mercati internazionali, dove il volley italiano è un format tv di attrazione e aggregazione.
D: Cosa sta crescendo di nuovo nella seconda divisione?
R: Sicuramente la “piazza” di Frosinone. C’è un progetto molto interessante non solo sotto il profilo sportivo. Il presidente di questo club ha una azienda leader a livello europeo nella costruzione di sedili per aerei. Crede in questo sport e ha strutturato la società come una realtà sportive. Vuole centrare la promozione in A1 e arrivare in tempi brevi in Champions. Come Lega chiaramente glielo auguriamo, perchè il nostro compito è la promozione dei nostri team non solo in ambito domestico, ma anche sui mercati stranieri.
(di Marcel Vulpis) – La Lega Volley Serie A femminile è al lavoro per far partire il nuovo campionato di A1 e A2. Una stagione interessante non solo sotto il profilo agonistico, ma anche, e forse ancor di piu’, in ambito organizzativo e gestionale. Il movimento femminile sembra aver trovaro un punto di equilibrio anche a livello finanziario e proprio da questo fattore intende ripartire per crescere ulteriormente in Italia e all’estero. Sporteconomy ha intervistato il presidente di Lega, Mauro Fabris, che ha fotografato lo stato dell’arte del settore e, soprattutto, ha tracciato le linee guida dello sviluppo del movimento “rosa”.
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