Euro2024: -4 mesi all’evento. Lo stato dell’arte e il giudizio dell’ex n.1 della FIDAL
(di Marcel Vulpis) – Mancano appena 4 mesi (circa 120 giorni) al fischio d’inizio degli “Europei di atletica leggera”, in programma allo stadio Olimpico di Roma, dal 7 al 12 giugno (XXVI edizione della massima manifestazione continentale). Tornano nella Capitale dopo la rassegna del 1974.
A 4 mesi dall’evento (“Euro2024”) Sporteconomy ha intervistato nuovamente* Alfio Giomi, già presidente della FIDAL (attualmente guidata dall’ex atleta Stefano Mei), vero motore dell’intero progetto soprattutto in fase di candidatura.
Ciò avviene, tra l’altro, a pochi giorni dalla conferenza stampa di lancio, attesa a Roma il prossimo 19 febbraio, dove verrà svelato anche il piano di comunicazione a supporto della kermesse (con un crescente coinvolgimento, sotto il profilo organizzativo, dell’ente “Sport e Salute”).
D: Presidente Giomi cosa sa di questa conferenza stampa?
R: Nello specifico ben poco, ma non mi stupisce perché mancano veramente solo 16 settimane. Mi sarei stupito del contrario. E’ normale che sia stata programmata anche se di solito si fa a -100 giorni (nel caso specifico sarà a -106, nda).
D: Al di là della data che giudizio dà delle attività svolte fino ad oggi dal Comitato organizzatore?
R: Sinceramente ho visto ben poco, soprattutto se torno a leggere il dossier di candidatura e/o quello che era previsto inizialmente nel progetto. Il tempo scorre e non può essere fermato per recuperarlo in qualche modo.
La comunicazione poi è come un “grande fuoco”. Deve essere alimentato con l’apporto costante di legna e le scintille che si propagano sono i segni che lasciamo in eredità sul territorio. Si chiama in gergo “legacy”.Da qui al 7-12 giugno assisteremo ad una grande fiammata, ma temo che non sarà sufficiente per lasciare un segno indelebile. Prevedo un impegno sempre più forte di Sport e Salute (e questo era già previsto all’inizio del progetto, nda), anche perchè ha, al suo interno, le competenze tecniche per la gestione di grandi eventi sportivi. L’ha fatto degnamente in questi ultimi anni. Mi aspetto che lo farà anche in occasione di Euro2024, dove, sicuramente, assisteremo ad un bell’evento sportivo, perché ci sono tutte le condizioni perché ciò avvenga.
D: Si spieghi meglio Presidente…
R: Voglio dire che non è in discussione l’organizzazione tecnico-sportiva degli Europei. FIDAL, European Athletic e, appunto, Sport e Salute, faranno la loro parte come da tradizione. Ne sono certo. Ma se torno a pensare a quello che si sarebbe potuto fare sul territorio e a quello che era scritto sul dossier siamo lontanissimi da quegli obiettivi…Più in generale, non capisco perché si sia perso quest’ultimo anno. Un’occasione unica per il movimento dell’atletica, ma anche per l’intera città, che probabilmente non tornerà così a breve (per la cronaca la FIDAL ha in cantiere la candidatura per i Mondiali del 2027, di nuovo a Roma dopo l’edizione del 1987, nda).
D: Passiamo agli aspetti economici strettamente collegati all’evento.
R: Questa manifestazione è partita con un bilancio praticamente “blindato”, grazie anche al contributo pubblico di 9 milioni di euro deciso anni fa (il 30% di un montante molto più elevato, perché inizialmente il budget era di oltre 29,5 milioni di euro sulla base di un progetto molto più articolato per la presenza di una serie notevole di iniziative collaterali). Senza considerare le opportunità economiche collegate alle azioni commerciali in ambito sponsorship e ticketing. A questi poi bisogna aggiungere la parte cash e servizi portati in dote da Roma Capitale e Regione Lazio. Mi meraviglierei se, al termine dell’evento, ci fosse un segno meno. Ci sono, però, dei costi che non si possono comprimere nell’organizzazione di un grande evento. Voglio pensare che si chiuderà senza rischi anche perché misi in sicurezza l’intero progetto già in fase di assegnazione. C’è poi da valutare la parte economica legata sia alle sponsorizzazioni, sia alla biglietteria.
D: Al momento non ci sono dati ufficiali sulla vendita dei biglietti.
R: Mi auguro che, in occasione dell’evento, vengano comunicati. Al momento non sono a disposizione degli addetti ai lavori e/o dei rappresentanti dei media. Sottolineo nuovamente un concetto imprescindibile: il fattore tempo non è recuperabile.
D: Cosa intende nello specifico?
R: Siamo di fronte ad un grande impianto (lo stadio Olimpico), che, però, bisogna riempire se si vuole parlare di “successo”. A quattro mesi da “Euro2024″ mi aspetterei un ridimensionamento di questi numeri anche perché sono previste 9 sessioni di gare e, per ciascuna sessione, bisognerebbe raggiungere almeno 50/55mila presenze. Sono numeri impossibili in così poco tempo. A questi livelli non esistono i miracoli. Prevedo che si arriverà ad una rimodulazione della struttura per provare a intercettare 30/35 mila spettatori. Credetemi sarebbe già un primo risultato, anche se molto diverso da quello che avevamo iniziato a costruire in fase di assegnazione. Da questa voce dovevano arrivare ben 5,5 milioni di euro. Vedremo il risultato finale dopo il 12 giugno 2024. Al termine di tutto sarà interessante analizzare il rapporto costi/ricavi.
D: Come mai ad oggi non ci sono dati ufficiali?
R: La domanda non va fatta a me, ma posso dirle che anche il sottoscritto è curioso di poterli esaminare. Per tornare a parlare di cose più concrete, l’unica soluzione, alla luce dei dati a disposizione, è il ridimensionamento della struttura. Non vedo alternative. Ormai il tempo è scaduto.
D: Si parla nell’ambiente del coinvolgimento dei tre grandi giornali sportivi e di posizioni pubblicitarie “dominanti” nelle stazioni di Termini/Tiburtina e all’aeroporto di Fiumicino, oltre al supporto di RAI
R: Probabile, ma la pianificazione di cui parliamo in questa intervista doveva partire molto prima. Per questo prima parlavo di “fiammata”. Non c’entra nulla però con l’onda lunga di comunicazione che avevamo studiato e che è stato uno dei punti di forza in fase di assegnazione. Ci mancherebbe pure che a 4 mesi dall’evento ci fosse un inspiegabile “silenzio”.
D: Del primo progetto cosa mancherà concretamente all’appello?
R: Diversi aspetti, ma quello che mi dispiace di più è la mancata realizzazione della “mass partecipation race”, che doveva coinvolgere l’intera città di Roma.
D: Come fa a sapere che non verrà realizzata?
R: Intanto non vi è più traccia, ma soprattutto nessuno più ne parla. Ma attendiamo, come lei stesso ha anticipato, la conferenza stampa ufficiale del prossimo 19 febbraio. Non mi risulta che sia stato studiato qualcosa di simile o di alternativo. E questo mi addolora profondamente. Abbiamo perso una grande opportunità ed è un vero peccato per il mondo dell’atletica!
D: C’è un altro tema che fa parte del primo progetto…
R: Sì, sicuramente. Dei tanti progetti previsti c’è quello del “Museo“ dedicato alla memoria del campione Pietro Mennea, lanciato il 21 marzo 2023 scorso. Un progetto, tra l’altro, molto caro al ministro dello Sport, Andrea Abodi, che, sin dall’inizio, ha avuto a cuore questa idea. Ma è legato solo temporalmente agli Europei della prossima estate. Vivrà infatti di luce propria a prescindere da Euro2024. Pertanto del grande lavoro progettuale, alla base dell’assegnazione (da parte di European Athletics), resterà solo l’evento sportivo, ovvero le 9 sessioni di gare. Ma la candidatura non era nata solo per questo. Mi dispiace, ma si è persa una grande occasione.
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