Oltre 135 fallimenti societari (club di prima e seconda divisione) negli ultimi dieci anni. E’ la fotografia, per certi versi inquietante, del football europeo, che, attraverso il fair play finanziario, sta muovendosi nella ricerca di un nuovo equilibrio economico.

Romania e Russia (complessivamente 45 società) guidano la classifica dei “cattivi”. Coinvolte in questo tsunami più di 30 nazioni, inclusa l’Italia, dove il Parma calcio, per blasone sportivo, è stato, nell’estate 2015, il caso più eclatante. Il numero dei fallimenti sarebbe aumentato ulteriormente, se, in molti Paesi, non ci fosse stato l’intervento diretto dei governi nazionali.