FIFA World Cup: l’Arabia Saudita si aggiudica i Mondiali 2034
(di Valerio Vulpis) – Alla fine l’Arabia Saudita, nel gioco della rotazione “geografica”, collegata alla organizzazione dei Mondiali di calcio, ha vinto facilmente, soprattutto dopo il ritiro (non proprio a sorpresa) del binomio concorrente (composto da Indonesia e Australia). Ospiterà l’edizione del 2034, dopo il “2030”, che, invece, si giocherà in sei nazioni diverse (già ribattezzata dagli addetti ai lavori come la rassegna del “Centenario”). Sarà un evento itinerante in tre diversi continenti (Europa, Africa e SudAmerica): Argentina, Paraguay, Uruguay, Marocco, Portogallo e Spagna.
L’Arabia Saudita si presenta con i progetti di 15 stadi di calcio ultramoderni* localizzati nelle più importanti aree metropolitane del Regno. Come già successo in Qatar, anche in questo caso i Mondiali verranno disputati o in autunno inoltrato o nel periodo invernale (tra le criticità da risolvere, da parte della FIFA, anche il tema religioso dell’inizio del Ramadam, che, nel 2034, è già programmato per l’11 novembre. Sarà il primo Paese a organizzare la Coppa del Mondo a 48 squadre, con 104 partite in programma.
In una nota ufficiale di Amnesty International, sottoscritta da ben 21 organizzazioni non governative (ONG), si legge un chiaro attacco alla decisione presa alla unanimità dalla FIFA: «la decisione sconsiderata della Fifa di assegnare i Mondiali 2034 all’Arabia Saudita, senza garantire adeguate protezioni per i diritti umani: questo metterà molte vite a rischio»
Lo sviluppo di Saudi Vision 2030
Queste operazioni rientrano nel piano di sviluppo economico denominato “Saudi Vision 2030” (inaugurato nel 2016 proprio dal principe bin Salman). Mediante questo progetto, il Governo di Riad intende diversificare l’economia (smarcandosi dalla sola produzione e vendita di petrolio), incrementare i finanziamenti pubblici (in settori come la salute e l’educazione), ma soprattutto aprire le porte del paese all’Occidente, stimolando gli investimenti e il turismo.
Di conseguenza, la volontà di entrare nel business dello sport più popolare (a livello globale) deve essere interpretata come un vero e proprio soft power: ovvero il tentativo di costruire un’immagine positiva agli occhi del mondo attraverso il “prodotto” calcio. Ecco perché si prevedono, nei prossimi anni, diversi investimenti attraverso l’acquisizione di pacchetti di controllo di football club europei.
I tre pilastri del super progetto economico
Saudi Vision 2030 (sono previsti investimenti per oltre 430 miliardi di euro) pone l’accento sulle riforme strutturali, le privatizzazioni e lo sviluppo delle piccole e medie imprese, con l’obiettivo di diversificare l’economia, creare nuove opportunità di lavoro e innalzare la qualità della vita nel paese.
Si articola su tre pilastri: il primo è lo status del Regno come “cuore” del mondo arabo e islamico; il secondo è la determinazione dell’Arabia Saudita nel trasformarsi in un motore globale di investimento (nei prossimi anni verranno generati flussi costanti di denaro a supporto di progetti di respiro internazionale); il terzo è collegato alla posizione strategica della nazione saudita e all’ambizione di diventare un ponte globale tra Asia, Europa e Africa.
- Di seguito l’elenco completo degli impianti del Mondiale “Arabia Saudita 2034”:
- King Salman International Stadium (Riad);
- King Fahd Sports City Stadium (Riad);
- South Riyadh Stadium (Riad);
- Prince Mohammed bin Salman Stadium (Riad);
- Prince Faisal bin Fahd Sports City Stadium (Riad);
- King Saud University Stadium (Riad);
- New Murabba Stadium (Riad);
- Roshn Stadium (Riad);
- Kings Abdullah Sports City Stadium (Gedda);
- Qiddiya Coast Stadium (Gedda);
- Jeddah Central Development Stadium (Gedda);
- King Abdullah Economic City Stadium (Gedda);
- King Khalid University Stadium (Abha);
- Aramco Stadium (Khobar);
- Neom Stadium (Neom).
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