Frodi sportive: confisca per chi trucca le partite
Inasprire le pene per chi commette frodi sportive e altera in maniera illecita i risultati dei match, consentendo il sequestro preventivo e la confisca dei beni: è quanto prevede il disegno di legge approvato oggi in Consiglio dei Ministri. Il ddl contiene “Misure volte a rafforzare il sistema sanzionatorio relativo ai reati finalizzati ad alterare l’esito di competizioni sportive”.
Il provvedimento – come si legge nella relazione tecnica che accompagna il testo e che Agipronews ha potuto ha potuto visionare – punta a “completare” gli interventi di contrasto al match fixing inasprendo le “conseguenze patrimoniali” per chi altera le gare: il sequestro e la confisca dei beni sono previsti anche in caso di patteggiamento e prevede sanzioni anche per la società “a vantaggio della quale ha agito” chi ha commesso i reati, come previsto dalle norme sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche.
Il testo completa le pene previste dal Dl Sicurezza negli stadi, approvato a ottobre del 2014, che ha elevato le pene per la frode in competizioni sportive: chi compra o vende una partita rischia fino a 9 anni di carcere.
L’inasprimento, che riguarda sia l’ipotesi base della frode sportiva sia la fattispecie aggravata che scatta in caso di ’combine’ che influisce su scommesse autorizzate, consente l’uso di intercettazioni e legittima l’arresto facoltativo in flagranza e le misure cautelari in carcere.
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