Fumata nera per lo sponsor di maglia dell’AS Roma. Svanisce anche la pista turca
«Ci sono proposte, discussioni, negoziazioni in corso, alcune sono finite sulla stampa e alcune no. Almeno fin quando non ci sarà qualcosa da dichiarare al mercato, non comunicheremo nulla». Con queste parole a Il Tempo, Mauro Baldissoni, DG dell’AS Roma, ha chiuso sbrigativamente la questione “sponsor di maglia“, che dura ormai da quasi tre anni, da quando è terminato il contratto con Wind, per 6,5 milioni di euro a stagione. Attualmente infatti la divisa di gara giallorossa è totalmente “naked”. Secondo quanto risulta agli addetti ai lavori, la richiesta del management di Trigoria è superiore ai 10 milioni di euro, perché il club continua a voler valorizzare anche quota parte dell’operazione legata al progetto futuro dell’impianto sportivo. Gli ultimi a dire di “no” alla Roma sono stati i manager di Turkish airlines (già sponsor del Barcellona e di Leo Messi a livello pubblicitario). Troppo distanti, per esempio, le richieste sul tema della durata (la compagnia aerea era per un periodo più breve di contratto, in attesa di capire gli sviluppi del progetto di Tor di Valle). La AS Roma invece aveva bisogno di un contratto di maggiore durata, per portare avanti con queste revenues una serie di pianificazioni in ambito sportivo (e non solo).
Quello che sembra chiaro, al di là delle dichiarazioni di rito dell’avvocato Baldissoni, è che finché non si avrà la “luce verde” sullo stadio sarà difficile siglare un accordo strutturato con un partner di profilo internazionale, che ha bisogno, di solito,di maggiori certezze da parte dell’interlocutore di turno (in questo caso la società calcistica capitolina). Certezze che servono per portare avanti una serie di pianificazioni, soprattutto in ambito pubblicitario e marketing. Ecco perché diventa essenziale ottenere, nel minor tempo possibile, il via libera dalla regione Lazio guidata da Nicola Zingaretti.
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