Gagliardini all’Inter e il triangolo con Atalanta e UEFA
L’equazione impossibile: come far felici tre soggetti diversi, con interessi, in alcuni casi, anche contrastanti. Per l’arrivo di Roberto Gagliardini (Atalanta calcio) all’Inter sono allo studio diverse ipotesi, in modo da trovare una soluzione che possa andare bene anche all’Uefa in chiave di Fair play finanziario. Secondo molti addetti ai lavori per chiudere positivamente l’operazione si potrebbe optare per un prestito oneroso (del valore di 2 milioni di euro), cui sommare al termine del campionato il valore del riscatto (circa 23 milioni), senza considerare i bonus (fino ad un tetto massimo di 3 milioni di euro).
Gagliardini è sicuramente un talento del club orobico, ma il valore di mercato sembra eccessivo se si pensa che questo quasi 23enne ha appena 23 anni (e solo 14 presenze in serie A) e, fino ad un anno, fa era in panchina in B con il Vicenza calcio.
Ma l’operazione del centrocampista Gagliardini, seppur in dirittura d’arrivo, presenta una serie di problematiche. In casa Atalanta, per esempio, puntano ad avere, da parte dell’Inter “cinese”, un obbligo di acquisto, tra gennaio e luglio, di oltre 25 mln.
In casa nerazzurra, se ciò dovesse avvenire, il peso finanziario dell’operazione (essendo un prestito con previsione di obbligo di riscatto) finirebbe nel bilancio di questa stagione (2016/17). Questo impatterebbe sui conti del club milanese, che, invece, ambirebbe ad acquisire il calciatore bergamasco dal 1° luglio 2017 scaricando il costo dell’operazione nel bilancio al 30 giugno 2018.
L’Uefa, non solo nel caso dell’Inter, ha sotto controllo tutte queste operazioni di mercato, che “scaricano” il peso finanziario nel bilancio successivo a quello dell’acquisto reale del calciatore di turno, e punta sempre più a scoraggiarle in Italia come in Europa in generale.
E’ anche per questa ragione, che l’Inter per centrare l’obiettivo del pareggio nell’anno in corso, si sta affidando ad una serie di operazioni di sponsorizzazione (come quella della Pinetina e delle casacche di allenamento), per generare ricavi capaci di controbilanciare operazioni di “uscita” come quelle appunto di Gagliardini. Tutte operazioni, tra l’altro, che passano per le aree finanza e legal del club nerazzurro.
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